Un aperitivo??

TARALLI CON (SENZA) SEMI DI FINOCCHIO

Sollecitata dalla mia conterranea Nishanga, nuova conoscenza virtuale (che in realtà mi aveva chiesto solo la ricetta, ma non ne avevo nessuna “testata”), questa settimana mi sono riproposta di provare a fare i tarallini pugliesi, quelli scaldati con i semi di finocchio: avevo già fatto un tentativo in un passato abbastanza remoto, ed ero convinta di avere una ricetta passata da chissà quale esperta signora barese, ma in realtà guardando sul mio quaderno (si, quello azzurro con gli anelli..) mi sono accorta che la ricetta che avevo era presa da una rivista!

Ho fatto allora una ricerca su Internet e mi sono resa conto che la mia versione con il lievito di birra non era molto attendibile: decisivo è stato il forum di Coquinaria, dove un interessante scambio di vedute mi ha convinto a procedere con questa ricetta (metà dose):

Ing: 500 g farina 00

150 g olio d’oliva extravergine

150 g di vino bianco tiepido

15 g di sale fino

15 g di semi di finocchio

Mettere la farina a fontana sulla spianatoia, fare una cavità nel mezzo ed aggiungere il sale, i semi di finocchio e l’ olio. Cominciare ad impastare ed aggiungere il vino poco a poco.
Impastare a lungo (io ho resistito un po’ più di 10 minuti…), si deve ottenere un impasto sodo e liscio.

Far riposare in una ciotola per 30 minuti. Mettere sul fuoco una pentola con l’aqua salata e portare ad ebollizione.

Staccare dalla pasta dei pezzi da cui ricavare dei rotolini di circa 10 o 15 cm, chiuderli ad anello premendo bene per congiungere le estremità.

Preriscaldare il forno a 200 gradi.

Gettare nell’acqua bollente pochi taralli per volta, e tirarli fuori con la schiumarola non appena salgono a galla, mettendoli ad asciugare per qualche minuto su un telo.

Sistemarli su delle teglie rivestite di carta forno ed infornare per 25-30 minuti (io ho usato il forno in modalità ventilato).

I taralli devono essere dorati (anche se dipende dai gusti…), appenta tolti dal forno saranno un po’ morbidi dentro, ma raffreddandosi rimarranno friabili.

Ora lo posso dire: non avevo i semi di finocchio!!!! Potevo mettere i semi di cumino? O i semi di coriandolo? Il gusto ci sarebbe stato senz’altro bene, ma prima di fare un tarallo fusion volevo almeno per una volta farlo tradizionale….e quindi non ho messo nulla, ma sono buoni lo stesso!

Ah, e le olive…..parliamone! Perchè anche se l’apparenza non è malvagia, in realtà sono il frutto del nostro primo esperimento di olive addolcite con la soda…..e si sente! La soda voglio dire, si sente tanto, troppo…. Per cui se passasse di qui un’anima pia che sappia darmi delle buone indicazioni su questo argomento ne sarei felice!!!

Ps: Nishanga, spero che questo di porti un po’ di aria di “casa” lassù a Berlino!!!!
Print Friendly

14 Comments on “Un aperitivo??”

  1. Grazie, gentile e attivissima Elvira.
    Qua fa ancora freddo, e’ sabato pomeriggio e non ho il vino bianco…… grrrrr! Avrei cominciato subito, tanto che mi ossessionano, sti maldinghi.
    Non sono una esperta di olive, ho un vago ricordo e so che dovevano passare in molta acqua…e che per le famose in calce serve una qualita’ duretta e verde,autunnale.
    tu dove hai trovato la ricetta? io dovrei averne una delle sopracitate, sai che non e’ difficile trovare chi le fa.
    Un abbraccio e ti faccio sapere dei taralli, ma se ti sono venuti friabili e’ fatta e bisogna festeggiare.
    see you

  2. O mannaggia……sai che qui oggi si è vista un po’ di primavera? (bella forza, eh?)

    Io avevo delle olive grandi e verdi, ed avevo letto che bisognava tenerle 1 o2 giorni in acqua e soda (ho guardato sempre su internet, ora non ricordo dove….), ma poichè rimanevano sempre dure e amare ce le abbiamo lasciate per una settimana :-O
    Se trovi una ricetta fammelo sapere!!!
    Abbraccio anche a te, buona domenica!!

  3. @Aiuolik
    Non è difficile, l’imporane è tirar via dall’acqua i taralli appena salgono a galla, altrimenti si impregnano troppo di acqua e poi non si asciugano, anzi forse ora lo specifico nel post 🙂
    Buon inizio settimana!

    @Fico e uva
    Ma allora non sono sconosciuti fuori dai confini pugliesi? Ciao!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *