E allora che foto è questa? Qualità a parte, è solo un tagliere di polenta…..
A parte che sul “solo” potrebbe rivoltarsi tutta l’Italia oltre Po, ma secondo me anche un bel po’ di quella al disotto, questa è una polenta di mais bianco (integrale nel caso specifico), che per chi abita in Veneto può continuare a sembrare una banalità, ma che nel resto di Italia si fa molta fatica a reperire.
Ne avevo già parlato in questo post, dove avevo fatto i pestarei al latte, tradizionale merenda di polenta bianca calda immersa nel latte freddo, e dove avevo usato la farina da polenta classica proprio perchè non ero riuscita a trovare questa tipica farina, che si ricava dal mais bianco perla, presidio slow food veneto.
Inutile dire che da allora la ricerca della farina di mais bianco è stata pervicace ed inarrestabile, ed inaspettatamente qualche mese fa me la trovai davanti in uno scaffale della Coin (!) tra una caccavella e l’altra.
Il sacchetto tanto anelato però, era finito in dispensa in attesa che mi venisse la voglia di rimestare una polenta per 50-60 minuti, il tempo di cottura richiesto da questo tipo di farina, fino a quando: evento numero 1) Ho dovuto svuotare la dispensa come sto svuotando il resto della casa e mi è tornato in mano il sacchetto in procinto di scadere (uomini, donne e soprattutto foodblogger, vi rendete conto di quente cose riempiamo le nostre case? Quante adorabili ciotole,e utensili, e piattini, e cucchiaini, per non parlare di spezie e farine, dovrete incartare in caso di trasloco?) e evento numero 2) ho avuto in regalo dalla zia lettrice il secondo libro di Fabio Picchi “Senza vizi e senza sprechi” e sono riuscita a leggerlo velocemente nonostante la catalessi che mi coglie dopo le nove di sera da qualche tempo a questa parte (anche perchè il Picchi, nonostante il pessimo pregiudizio che mi ero fatta di lui vedendolo in una rubrica culinaria del tg2 -piacione, paravento, molto fumo e poco arrosto – scrive di cibo e di cucina in un modo direi più che piacevole, trascinante, e sia con questo libro che con il precedente (“I dieci comandamenti per non far peccato in cucina“), mi è capitato che leggendo mi venisse davvero una voglia travolgente di cucinare per il piacere di condividere, soprattutto)
Leggendo uno dei capitoli iniziali, mi colpì il fatto che lo chef fiorentino affermasse che la storia che la polenta vada rimescolata per tutto il tempo di cottura è in realtà una bufala, e che lui, dopo la rimescolata iniziale mentre versa la farina, lascia la polenta a cuocere per i fatti suoi su un fornello fornito di diffusore. Capite che questa pulce nell’orecchio, insieme alla pregiata farina dalla lunga cottura in odore di scadenza, doveva per forza smuovermi dalla mia pigrizia!
POLENTA DI MAIS BIANCO (SENZA RIMESTARE)
Dunque ieri ho provato, ho lasciato che l’acqua salata bollisse in una ppentola di acciaio con il fondo abbastanza spesso, ho creato un vortice con la frusta ed ho continuato a girare mentre versavo la farina, fino ad avere un composto omogeneo (io la desideravo piuttosto morbida, ho usato circa 1,3 l d’acqua e 250 g di farina di mais bianco) e poi ho lasciato la polenta a borbottare sul fornello (il mio diffusore era in realtà un riduttore, di quelli semplici a forma di croce, per intenderci) incrociando le dita.
La polenta era cotta dopo 45 minuti, perfetta, ma, orrore, il fondo della pentola era orribilmente incrostato, strato superiore di polenta, strato inferiore nero carbone. Panico!
Ho respirato, ho deciso di fidarmi di questo sito che affermava che lasciando la pentola a bagno per tutta la notte si sarebbe scrostata da sola, e mi sono goduta la polenta tagliata a fette, caldissima, con della salsiccia (bè quella l’ho lasciata al marito 🙂 e del caciocavallo irpino appena fuso (embè sì, una cena light…).
E la pentola? La polenta si era effettivamente scrostata quasi del tutto ed il poco residuo nero rimasto sul fondo è andato via con pochissimo sforzo….mi sembra un po’ la pubblicità di un detersico per i piatti o il manuale della perfetta casalinga, ma, scusate, per me il fatto di non dover consacrare la serata a pulire una pentola non è un fatto secondario 🙂
Se ancora non vi è venuta voglia di preparare la polenta vi rimando al post di oggi di Jaio, che ha unito la polenta ad un ragù pazzesco di spuntature di maiale…..prova costume? Ma fa ancora (e di nuovo) un freddo cane!!! Famose sta’ polenta!! 🙂
Cibou!!!Vengo io a menare la polenta!Pensa che per me è un piacere(come per la nonna), mica una rottura(come per mia mamma).Ti dò un0altra dritta per scrostare la penstola:una volta rovesciata la polenta, rimetti su un fuoco bassissimo la pentola incrosta(che ne so, mentre mangiate).Vedrai che si staccherà tutto!
Evviva la polenta ed un bacione a te!
Saretta la bresciana 😉
Se è così, hai reso una donna felice!!!! Ho letto di questo metodo, ma non mi fidavo. Proprio oggi l'ho mangiata, quella giallo oro marchigiana, ma che fatica!!!! E quella bianca che mi piace moltissimo, qui è introvabile. Buona giornata.
tatatatatatatatatatataa (a ritmo di samba): la Cibou è tornata!! tatatatatatatatatata
e l'evento nomero 3? 😉 quello più importante? :P, dove lo mettiamo?:D
felice di rileggerti!
baci
Catalessi, eh?? Ha ha ha ha…
Hahahahaha eccola qui !!!
Si, infatti la polenta, per quanto incrostata sul fondo, assorbe l'acqua e si stacca facilmente.
Pensa che a me il Picchi televisivo piace… molto più paravento il Cecchini/macellaio 😀
Aaaahhhhhh rieccola la mia Cibou!!!!!!
me lo potevi dire che cercavi la polenta bianca, te la spedivo volentieri……facevamo uno swap mirato ^______^ adesso che hai risvegliato la voglia di polenta, credo che stasera vado proprio di polentina e gorgonzola…..baciuzzzzzzzz
complimenti per la polenta effettivamente farla quella classica comporta una certa fatica, grazie del consimo su come scrostare una pentola, sembra banale ma non lo è
prova col microonde, e' una favola. Ormai la faccio sempre cosi'. Ti lascio li link se ti va di darci un'occhiata:
http://sacapoche.blogspot.com/2010/11/speedy-polenta-concia.html
ciao
maia
Ecco: questa é mia (se riesco a trovare la mitica polenta): massimo risultato, minimo sforzo !!
Un abbraccio e ben tornata !!
io non la conoscevo proprio…sono del sud e neanche il metodo da te consigliato…ciao.
@Saretta
Menare la polenta! Messa così sembra divertente 🙂
Il metodo che dici tu effettivamente è quello preferito da mio marito, quando ci è capitato di bruciare altre cose 🙂
Un bacio grande!
@L'acqua 'dorosa
vai tranquilla, l'importante è che lapentola non sia leggerina 🙂
@Hysteria Lane
per fortuna mi hai scritto che ritmo era, avevo pensato ad una cosa tipo marcia 😛
@Patrizia
felice di trovarti :))
@Virginia
sono le 20.52…ho ancora pochi minuti di autonomia…. 🙂
@JAJO
il ecchini macellaio mi sfugge….
@Lydia
bella Lydiuzz, tornata più per stare in compagnia che per essere davvero utile, forse!
@astrofiammante
sul gorgonzola non posso seguirti, magari in un'altra vita….. 😛
@Günther
sono contenta che ti sia stato utile!
@maia
appena sarò di nuovo microonde-munita, ci proverò 🙂
@Glu.fri
ma anche con la polenta gialla, il risultato è uguale, e soprattutto naturalmente glutenfree!
@Max
anche io sono molto del sud Max, magari non abbiamo la polenta nel sangue, ma nel piatto ci sta benissimo 🙂
Ma sì dai famose questa polenta (ti sei adattata subito 😉 . Grazie per le dritte e i dettagli divertentissimi e molto intimi della pentola. Un abbraccione!
Ho comprato il Bimby apposta! 😉
Informazione preziosa! io gia' la faccio a pressione ma questo metodo mi piace di piu', grazie!
a volte uso il metodo AMC (quando ho troppa roba sul fuoco) stesso sistema che hai descritto ma poi chiudi con il coperchio. Dopo 40/45 minuti la rovesci sul tagliere…non si attacca alla pentola e risparmi energia (sia il gas che l'olio di gomito)
e quindi finalmente sarà polenta e non precotta e son contenta di rileggerti e penso all'evento 3 e mi ti immagino sonnolente e faccio voli e sorrisi…
in ogni caso ti bacio forte. e grazie per avermi raccontato di polenta che ancora ne ho voglia e non me la sono tolta.
@Edda
i romani sono contagiosissimi 🙂
@fantasie
un investimento notevole, la devi amare tanto la polenta 🙂
@chamki
si uò fare anche a pressione???
@alexandra
be' con la qualità di quelle pentole ci credo che non si attacca al fondo 🙂
@silvia
eh si, la val-qualcosa
se la possono tenere 🙂
Ti risppedisco indietro un bacio amplificato e profumato di polenta!
bentornata! apieno regime ora? spero di sì 🙂
ma sai che non ho mai fatto la polenta bianca, è ora di provare e col tuo metodo!
Oddio Cib, mi hai fatto ricordare quando quasi due anni fa mi è toccato traslocare da Roma a Milano… Avevo quasi più scatoloni della cucina che del resto di casa, ed ho pure fatto un bel repulisti! (inutile aggiungere che nel frattempo ho comprato ancora un paio di tonnellate di roba :D)
Ciao… e già che ci siamo, un altro metodo (velocissimo e simile al tuo). La mamma di un'amica faceva così: acqua a bollore, versare la farina di mais, rimestare, coperchiare ponendo, tra copercio e pentola, un sacchetto del pane aperto (di quelli marroncini), abbassare il fuoco al minimo, aspettare i 40/45 minuti. Io la polenta la faccio pochissime volte e non mi ricordo mai da una volta all'altra, ma non mi sembra che in questo modo la pentola venga conciata così male come col metodo-Picchi! (un po' si attacca, però).
Un bacio e a presto (è da un po' che ti seguo. Ora ho letto anche il post con quella bellissima rosellina. Auguri per la tua “nuova” vita!… ma continua col blog, ci conto!)
@Gio
no, a pieno regime no, ma cerco di farmi viva ogni tanto :))
@Sarah
ma allaora sei proprio recidiva tu…. 🙂
@Fausta
il sacchetto del pane penso che amplifichi l'effetto “chiusura ermetica” del coperchio, certo da provare anche quello magari 🙂
Grazie mille per le tue parole, e allora a presto!
io ho l'amica con il rimestatore elettrico, caccavella adorata e utilissima.
l'alternativa di picchi come scrive Jajo è il lavapiatti sguattero però curioso senza sprechi e poi lascia la crosta spessa sul fondo che non si può mangiare.
bom dia,
gostei muito do seu blog e pelo que li… e nada melhor que o vinho para acompanhar as refeições bem preparadas…
Peço-lhe um um favor, que coloque o link do nosso blog no seu site para que as pessoas também possam conhecer mais sobre vinho…
Forte abraço
http://vinho-umritmodevida.blogspot.com/
…Solo per dirti che io la polenta non l'ho mai fatta….ma il picchi l'ho visto all'opera, in cucina e poi sul palco nel suo Teatro del Sale a Firenze…è una persona splendida, come le sue ricette e i suoi piatti…è coinvolgente l'esperienza del Teatro del Sale (il Cibreo non potrei nemmeno avvicinarmi), la cura di tutto, della convivialità soprattutto…e poi…e poi…le melanzane a strati con crema di capperi…e le braciole fritte rifatte al sugo di pomodoro con patatine fritte e le ciliege al forno con vino rosso….mamma se ci ripenso…
1) ciao cibuo! :)))
2) e poi dal fabio picchi, al cibreo, si mangia veramente da dio te l'assicuro! (e non ispira gran simpatia nemmen'ammé, eh)
3) io lo trovo il mais bianco! ed è una vita che non faccio la polenta!
ciao, colgo l'occasione per invitarti a partecipare al mio primo contest di ricette di primi piatti dal titolo “SAPORI E COLORI DEL MEDITERRANEO”(http://primopiattoquasifatto.blogspot.com/2011/03/sapori-e-colori-del-mediterraneoil-mio.html)
Cibou, anche la mia mamma la sempre così (addirittura in pentola pressione)!