La apple pie della (omonima di) Nonna Papera

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Spiego subito il titolo del post: qualche sera fa, parlando di apple pie con Daniela, è venuto fuori ovviamente il nome di Nonna Papera, perchè quando si evoca la classica torta di mele americana non si possono non ricordare le torte fumanti che la nonna pennuta posava sul davanzale della sua casetta perchè si intiepidissero.
A me è venuto in mente un ricordo confuso, che Wikipedia mi ha aiutato subito a schiarire: Nonna Papera si chiamava Elvira!!! Questa omonimia ni riempie di un certo infantile orgoglio, tanto che credo mi siano spuntate un paio di candide piume dietro le orecchie 🙂
Passiamo alla ricetta, che ho cercato in rete e che ho poi sintetizzato secondo il mio gusto, rimanendo sempre nel classico, tranne per il liquore Strega che Grandma duck certamente non aveva, e per la noce moscata, che io non ho usato.
La pasta frolla è una dellle mille varianti che si puà ottenere variando il rapporto farina-zucchero-uova-burro, che mi sembra sia stata perfetta per la bisogna.
Il ripieno è con le mele crude, ci sono alcune versioni che usano le mele cotte, ma a me non piacciono: se si cuoce la torta abbastanza lentamente, sia il guscio che il ripieno avranno modo di cuocere il tempo giusto. Ho usato il liquore Strega per aromatizzare le mele (oltre alla cannella, quella è immancabile!), un liquore alle erbe prodotto a Benevento, un liquore dal profumo delicato che non usavo mai, e che ho riscoperto da quando tutta la scorta di alcolici è chiusa nello scatolone a 400 km di distanza 🙁
A proposito di mele, io ho usato delle comuni Golden del supermercato, voi se vi riesce usate le renette, o magari le mele che ho fotografato giorni fa (e poi mangiato senza aspettare di farne dei dolci) che la zia lettrice mi portò dal mercato della Coldiretti insieme alle pere spadone, e di cui non conosciamo il nome, anzi, questo è un appello! Che mele possono essere, posto che vengono dal Lazio e che non sono annurche, pur somigliando alle annurche per certi aspetti??


APPLE PIE DELL’OMONIMA DI NONNA PAPERA
Ing:
Per la pastafrolla (ne avanzerà un po’)
2 uova e 1 tuorlo
350 g farina 00
120 g di zucchero
150 g di burro
1 pizzico di sale
Per il ripieno
3 mele medio-grandi (io ho usato le golden)
il succo di mezzo limone
un cucchiaino colmo di cannella macinata
un bicchierino di liquore Strega
3 cucchiai colmi di zucchero
un pizzico di sale
2-3 cucchiai di pangrattato
Preparare la pastrafrolla impastando velocemente la farina disposta su una spianatoia al cui centro avrete messi il burro tagliato a pezzetti, le uova, lo zucchero, il burro tagliato a pezzetti e il sale. Ottenuta una palla liscia e compatta, avvolgerla nella pellicola e metterla a riposare in frigo per almeno un’ora (se volete prepararla in anticipo il giorno prima va ancora meglio).
Sbucciare e tagliare le mele a pezzetti, metterle in una ciotola insieme agli altri ingredienti, mescolare bene e lasciar insaporire per una o due ore.
Preriscaldare il forno a 170°.
Riprendere la pasta dal frigo e lavorarla sulla spianatoia infarinata, in modo che riprenda la sua lavorabilità (ricordate il metodo Montersino? funziona sempre 🙂 : dividerla in due parti, di cui una più grande del’altra e ricavare da quella più grande una sfoglia di circa 2 mm di spessore. Rivestire con essa una tortiera rivestita di cartaforno (di solito per renderla più malleabile, bagno la carta sotto l’acqua e poi la strizzo bene) lasciando sporgere all’esterno la pasta in eccesso.
Cospargere il fondo con il pangrattato e distribuirvi il composto di mele, facendo attenzione a non far colare troppo liquido.
Ricavare una sfoglia dall’altra metà del panetto e ricoprire le mele: passare il matterello sui bordi della tortiera in modo da unire le due sfoglie e contemporaneamente tagliare la pasta in eccesso. Praticare dei fori sulla superficie con una forchetta o, se volete rispettare la tradizione di nonna Papera, fate dei taglietti come quelli fatti da Daniela.
Infornare per circa un’ora, e fare intiepidire prima di servire, magari con della panna semimontata poco dolce (magari!).

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17 Comments on “La apple pie della (omonima di) Nonna Papera”

  1. Non mi ricordavo mica che Nonna Papera si chiamava Elvira, è vero!! Che ricordi. Oh, ne ho fatte tante di torte di mele in vita mia, ma la classica apple pie mi manca.
    Il tocco di “magari” ci sta una meraviglia 🙂

  2. sembra proprio quella di nonna papera, ma mi ricorda anche quella di biancaneve (la “crosmata di tele”, la ricordate?).. buona buona! anche io preferisco sempre, per una torta semplice, mettere le mele, e la frutta in generale, crude; se poi è una cosa particolare, allora va bene, le cuoccio, ma per me la torta di mele è quella semplice, che sia a crostata o più torta soffice, ma bella e lineare come la tua..

  3. @Satsuki010
    grazie Giuliana 🙂

    @Alex
    infatti, anche io tra le tante varianti non aveevo mai fatto la pie (magariiiiii)

    @Claudia
    anche solo con Cip e Ciop 😉
    Baci grandi *

    @Glo83°
    quanto ho invidiato Ciccio da piccola ;P
    Ale ha detto…

    @donatella
    no, non me la ricordo la crosmata di mele…vado su youtube 🙂

    @Saretta
    buona, come le cose semplici (si, sono onorata dell'omonimia 🙂

  4. E'perfetta: la vera torta di Nonna Papera, così come la ammiravamo nei fumetti! Grazie per il rinvio al tuo post in cui spieghi la tecnica di Montersino per rilavorare la pasta brisée o frolla dopo il riposo, la mia si sbriciola sempre!!!

  5. Proprio pochi giorni fa una pasta mezza sfoglia non lavorabile mi ha costretto a un patchwork per mettere insieme un guscio per una torta di mele.
    Per fortuna che tutto si tiene e che la torta (il guscio è stato riempito con mele e una cremina semplicissima alla panna) è riuscita molto buona.
    Il metodo Montersino mo' sarà il mio, grazie a te.
    🙂
    E questa torta la prossima torta di mele.

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