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Una delle scoperte dell’anno appena trascorso è stato l’amore ritrovato per la verza. O meglio, trovato per la prima volta, perchè io quest’ortaggio dalla forma perfettamente sferica e dalle foglie elegantemente intarsiate che si aprono come petali di un bocciolo di rosa non ero mai riuscito a farmelo piacere.
Un paio di mesi fa però non ho resistito al richiamo di una bellissima verza nera: con le sue foglie colorate di bellissime sfumature nel verde scuro e la dimensione contenuta era lì che sembrava dirmi “e dai, comprami. E dai, riprovaci!”.
L’ho comprata, come si compra un vaso, o un centrotavola: era bella, e tanto bastava. Non avevo alcuna fiducia che mi sarebbe piaciuta.
Invece poi ho provato a farci una minestra, la più semplice minestra che si possa immaginare, ispirata anche da una minestra di Elga di Semi di Papavero. L’ingrediente più importante che richiede è il tempo: non tantissimo, ma comunque un’ora di cottura che va calcolata se la si vuole preparare per cena, un’ora che tante volte manca, e allora ho imarato a prepararla la sera prima per la sera dopo, tanto è ancora più buona.
E quante volte l’ho fatta da allora non ricordo, ma tante, davvero, anche con la verza bianca, e quando avanza un colpo di frullatore a immersione e diventa una elegantissima vellutata.
Quest’anno le feste sono corse via senza neancheun’ombra di post di auguri, sono sempre più incorreggibile. Ma il 2013 è appena cominciato, e sono in tempo per augurarvi il meglio. dentro e fuori dalla cucina!
MINESTRA DI VERZA E PATATE
Ing per 4 persone
Una verza di medie dimensioni o metà di una grande
2 patate medie (max 300 g pesate con la buccia)
mezzo spicchio d’aglio
mezza cipolla
un pezzetto di peperoncino (a piacere)
qualche seme di coriandolo (a piacere)
Olio extravergine di oliva
Brodo vegetale o, in mancanza, anche acqua.
sale
Lavate bene le foglie di verza, lavaterle e tagliatele a pezzi. Lavate, pelate e tagliate le patate a tocchetti.
In una casseruola capiente versare 4 cucchiai di olio d’oliva. Aggiungere l’aglio (privato dell’anima centrale) e la cipolla tritati, un paio di cucchiai di acqua e far cuocere dolcemente per qualche minuto (è un soffritto “leggero”). Aggiungere le patate e far insaporire per un paio di minuti, infine le foglie di verza. Versate il brodo o l’acqua fino a coprore a fiolo la verdura: se il brodo non è salato aggiungete una presa di sale, mescolate e fate cuocere a fuoco lento per un’ora circa.
Volendo potete cuocere a parte degli spaghetti spezzati o altro formato di pasta piccolo da aggiungere (150 g), o aumentare l’acqua di cottura e cuocere la pasta direttamente nella minestra 10 inuti prima del completamento della cottura. Io preferisco cuocere la pasta a parte, così se mi avanza la minestra posso farci la vellutata :).
CABBAGE AND POTATOES SOUP
Ing for 4 servings
A medium-sized cabbage or half of a large one
2 medium potatoes (max 300 g )
half a clove of garlic
half an onion
a piece of chilli pepper (to taste)
4 tbs of extra virgin olive oil
Vegetable broth or even water.
salt
Wash the cabbage leaves and cut into pieces. Wash, peel and cut potatoes into chunks.
In a large pot add 4 tablespoons of olive oil. Add the garlic (private of the central core) and onion, a couple of tablespoons of water and cook gently for a few minutes. Add the potatoes and cook for a few minutes, then the cabbage leaves. Pour the broth or water until just cover vegetables: if the broth isn’t already salted (or if you’re using plain water), add a pinch of salt, stir and cook over low heat for about an hour. Add some hot broth if needed during this time.
If you want you can cook some small sized pasta (150 g) in another casserole and add to the soup, or use more water for the soup and cook pasta directly inside 10 minutes before the end of cooking. I prefer to cook pasta separately, so if I want I can mix the stock and have a cream.
Ciao! non conoscevo il tuo blog, che scopro ora attraverso il sito del cavoletto.
Ti ho lasciato un commento di là sul dove reperire il buttermilk a roma, ma ho pensato che forse facevo bene anche a lasciartelo di qua dove forse più facilmente lo leggerai.
Se conosci un supermercato che vende prodotti rumeni (ce ne sono diversi ormai a Roma), in genere trovi anche il buttermilk perché è una cosa che in romania si usa molto (lo chiamano lapte bătut).
Io ad esempio lo trovo nel reparto frigo dove ci sono alcuni prodotti freschi rumeni, hanno anche la panna acida (che loro chiamano semplicemente panna – smântână – ed in realtà è molto simile alla francese crème fraiche, molto usata nella cucina dei paesi dell’est).
ho scoperto anche io da poco tutto questo tramite un’amica rumena che mi ha illuminata sull’argomento..
spero possa esserti d’aiuto!
come vedi, il titolo del tuo ultimo post è molto in sintonia con il mio blog, il cui sotto titolo è per l’appunto “il lusso della semplicità”… che buffo!
ciao,
barbara
Barbara, ti ringrazio molto! Non ho alimentari rumeni vicino, ma ce n’è uno vicino a casa di amici, la prossima volta che li andiamo a trovare mi faccio un giro. Certo che se non mi avessi scritto il nome rumeno del latticello, col cavolo (appunto!) che l’avrei individuato!! 😀
Vengo a leggere il tuo lusso 🙂
Ci piace!io scopro sapori nuovi ogni anno, non si finisce mai di stupirsi, e dil bello è anche questo nella vita!
Buon anno e tanti bacini!
Buon anno a te Saretta! Chissà, forse il 2013 mi farà scoprire il gusto delle alghe??!!!
molto, molto simile alla mia. viva il lusso come lo intendi tu- un bacio.