Hummus di ceci neri

Hummus ceci neri

Questo è solo il secondo hummus che compare sul blog, anche se io lo preparo in realtà quasi ogni volta che cucino i ceci: me ne lascio un paio di mestolini da parte e li frullo bene bene. Un po’ di thaine, succo di limone, un po’ d’olio e un pizzico di sale, e ho davanti a me una coppetta che sono capace di far fuori da sola a cucchiaini.

Questo è un po’ speciale, non solo perché l’ingrediente principale sono i ceci neri (di cui vi ho già parlato qui e qui) ma perché questo è il mio primo hummus non teorico, ovvero il primo che preparo dopo averne mangiato uno (anzi, direi ben più di uno) “vero”, nella terra che di questo purée di legumi è probabilmente la culla: qualche tempo fa ho trascorso qualche giorno in Israele, e tra le tante cose buone che ho avuto la fortuna di mangiare, l’hummus era sempre il principe della tavola, insieme al pane pitta tagliato a triangoli. Oggetto del desiderio concupiscente dei commensali italiani, anche quelli più restii ad apprezzare la cucina medio orientale.

Per la ricetta vado ormai a occhio, assecondando il mio gusto: ho usato circa 150 g di ceci neri lessati (vi ricordo che per cuocere i ceci neri sono necessarie 48 ore di ammollo in acqua fredda e 45 minuti buoni di cottura in pentola a pressione) che ho frullato bene con un po’ della loro acqua di cottura (se volete potete passarli al passa verdure), poi ho aggiunto due cucchiaini rasi di tahine, un cucchiaio e mezzo di succo di limone, un pizzico di sale.  Non ho aggiunto il mezzo spicchio di aglio tritato che di solito uso, per renderlo digeribile anche per Daniele. Una volta sistemato nella ciotolina, l’ho condito con un bel filo d’olio e una spolverata di paprika dolce (ehm, era polvere di peperone dolce calabrese).

Una volta frullato e ottenuto una crema omogenea, ho aggiunto ancora un po’ d’acqua per renderla più morbida: a voi a scelta se usare acqua normale e ancora acqua di cottura dei ceci, a seconda che vogliate rafforzare o diluirne il sapore.

Abbiamo approfittato di qualche piadina avanzata dalla domenica sera, che ha fatto le veci del pane pitta in modo più che dignitoso. In mancanza, un crostino di pane casereccio andrà bene lo stesso 🙂

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