Un’altra composta, un altro paio di vasetti con dentro l’86% di estate! Ci sto prendendo gusto a marmellatare di nuovo, ma usando il minimo dello zucchero possibile (o meglio, il minimo che sono riuscita a raggiungere fino ad ora), la cottura in due volte con il riposo in mezzo e la parte bianca della buccia del limone che, contenendo molta pectina (al 30%), aiuta tanto la gelificazione senza rilasciare alcun odore.
Le bucce gialle essiccate che vedete in foto sono appunto quelle che NON ho usato per la composta 🙂
Prugne questa volta, che con un exploit di faccia tosta di quelli che ora mi ci vuole un anno per ricaricare le batterie, sono riuscita ad ottenere a metà prezzo al fruttivendolo, essendo che quando sono andata lì a comprarne qualcuna per noi, mi sono accorta che erano un po’ troppo mature. Ottenere è una parola grossa,  ho semplicemente chiesto (puf puf che fatica) e mi è stato risposto subito di sì. La foto è ingannevole, perché ho usato le prugne nere oblunghe, ma le prime foto scattate ieri sono finite nel gorgo dell’impallamento unificato tra computer e flash card, cosicché per oggi ho dovuto accontentarmi dell’unica prugna rimasta in casa.
Il colore aranciato è dovuto al fatto che ci sono poche bucce, dato che venivano via da sole le ho tolte, e inoltre c’è un po’ di succo di limone che schiarisce.
Una nota (polemica) sul pane: è il pane scuro di Lariano, un pane a lievitazione naturale con il marchio IGP. Quando sono arrivata a Roma ho trovato subito una somiglianza tra questo pane e il pane cafone, entrambi a lievitazione naturale, con quella crosta dura e croccante che sembra quasi respingerti, ma che in realtà ti accoglie.
Oggi il commesso del panificio in cui l’ho comprato, a cui avevo chiesto del pane integrale, voleva darmi quei panini finto-integrali che sono fatti di farina bianca e addizionati con crusca. Quando gli ho indicato il pane di Lariano mi ha risposto che c’era poca farina integrale. Â E me lo ha dato con l’espressione di chi pensa “mah, attacchiamo il ciuccio…”. Â
Come diceva una vecchia conoscenza universitaria: “E come la dobbiamo vincere questa guerra??”
COMPOSTA DI PRUGNE
Ing:Â
1 kg di prugne (già pulite, frutto netto)
170 g di zucchero
La parte bianca della buccia di un limone (o meglio, di due limoni) di quelli con la scorza spessa
Un cucchiaio di succo di limone
Pulire le prugne e tagliarle a pezzi. Metterle in una pentola e aggiungere lo zucchero, le scorze di limone (contate quanti pezzi ne mettete, in modo da sapere quanti ne dovete “ripescare”). Io ho usato le bucce di un limone e in totale ho dovuto bollire la frutta per circa 45 minuti, credo che usando più scorze i tempi si accorcino,
Portare ad ebollizione a fuoco lento e far cuocere per 20-30 minuti. Spegnere e lasciare riposare tutta la notte.Â
Togliete le scorze di limone (le avete contate?9 e frullate con il frullatore a immersione (o anche no, se vi piacciono i pezzettoni), poi rimettete in pentola le scorze e portate a ebollizione. Dovrebbe essere sufficiente un quarto d’ora di cottura. La composta è pronta quando ne mettete un po’ su un piattino freddo di freezer, e inclinandolo non scivola via. Io quando ho spento (era tardi, dovevo uscire di casa!) avevo la sensazione che fosse un po’ troppo liquida, e invece andava bene.
Togliete le scorze e invasate mentre la composta è ancora bollente, in vasetti di vetro sterilizzati (10′ in forno a 120°). Capovolgeteli e lasciateli raffreddare. Il sottovuoto si è creato se pigiano dul coperchio non fa il “click”.
Vedo che siamo state colte dallo stesso raptus da vasetto…
Il pane di Lariano l'ho mangiato per la prima volta quest'estate a Santa Severa assieme a quello di Tolfa. Due scoperte che decisamente mancavano al mio palato.
non conosco quello di Tolfa, urge aggiornamento 🙂
Ho visto i tuoi fichi! Io vorrei mettere anche la luce nel vasetto, con la pectina e poco zucchero, non può già imbrunire mentre dondoliamo sull'altalena 🙂
Troppo forte mia sorella :-)….sì, vabbè… e quando la assaggio sta prelibatezza???
Che buona questa composta…su quel pane poi…Complimenti!