Per Carnevale, frittelle arabe!

ATAIF RIPIENI DI RICOTTA
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Quando ho finalmente ceduto all’idea di fare un dolce fritto per Carnevale, vinta dallo sguardo pietoso del marito che indicava col dito una tavolata di frittelle apparsa in una trasmissione televisiva, mi son detta che almeno dovevo trovare qualcosa di un po’ diverso, di un po’ “lontano” dalla nostra tradizione: e questo qualcosa doveva essere nelle corde del marito richiedente, che (forse ne ho fatto altre volte un minimo accenno 🙂 a tavola non è il più sfrenato degli avanguardisti. Oddio che giro di parole, insomma per lui le chiacchiere oggi (di nuovo??) sarebbero state il massimo della felicità, ma la vita è una dura accozzaglia di compromessi, e il matrimonio è la punta dell’iceberg 🙂
(In realtà sabato mi ero già predisposta mentalmente a fare i bomboloni, seriamente combattuta tra le ricette di Enza e Sarah. Quando finalmente avevo deciso per quella full-eggs di Sarah mi sono accorta di non avere il lievito di birra, mi si è spento così il sacro fuoco del krapfen, ed anche quando domenica ero finalmente in possesso dei benedetti cubetti, non sono riuscita a riaccenderlo).

Insomma mi è venuto quasi naturale puntare a Claudia Roden ed al suo libro “La cucina del Medio Oriente e del Nordafrica“: dopo averne tanto letto sul blog di Elena, un po’ di tempo fa ho trovato una copia (e quando dico una intendo una 🙂 alla Feltrinelli Express a Napoli (sottotitolo: in fondo il pendolarismo ha i suoi vantaggi) e ho cominciato a leggerlo come un libro di letteratura più che di ricette, anzi, un libro di storia e di cultura delle tradizioni culinarie che ora ci sembrano lontane e che invece nei secoli hanno “contaminato” pesantemente quelle europee. Se cliccate sul tag “Claudia Roden” su Comida de Mama troverete molte più informazioni, ma non date la colpa a me se poi vi vien voglia improvvisa di tahine e non sapete dove trovarla 🙂
I piccoli racconti tra una ricetta e l’altra mi hanno dato la sensazione di riprendere in mano “Le mille e una notte“, e di ricordarmi così che da più di vent’anni il secondo volume aspetta di essere finito, ma questa è un’altra storia.
Gli ataïf sono dei dolci arabi che risalgono al medioevo, diffusi e amati in tuto il Medio Oriente. Si mangiano soprattutto dopo il Ramadan (Is es-Saghir) e durante i banchetti di nozze: sono frittelle che vengono servite ammonticchiate su un piatto e ricoperte di sciroppo e panna, e possono essere farcite oppure no. La farcia proposta da Claudia è l’eishta, una panna densa, direi solida, ricavata dalla bollitura del latte di bufala, e sul libro c’è anche un metodo di preparazione casalingo che magari un giorno proverò, ma questa volta ho usato la ricotta. E che ricotta però!

Una ricotta di bufala cremosa come la ricotta di pecora, prodotta dal caseificio Monda, un posto che ho impiegato troppo, troppo tempo a scoprire, e che finisce di corsa nel post degli indirizzi utili, perchè trovare un solo negozio dove si trovino oltre ai latticini di bufala e ad una selezione eccellente di formaggi e salumi, molti di quei prodotti che in provincia, ma anche in città, è così difficile trovare, è un evento da segnare sul calendario, anche se il mio sarebbe parecchio in ritardo, visto che erano mesi e mesi che volevo entrarci e non riuscivo, giusto gli ataïf ci volevano.
Una chiacchierata con il proprietario mi ha fatto prendere una poderosa boccata d’aria, anche perchè approfittando dell’amore e dell’attenzione per la qualità del cibo che traspariva dalle sue parole, mi sono tolta un paio di sassolini nella scarpa che mi dolevano assai, e lui pazientemente mi ha ascoltato sulla difficoltà di reperire la panna fresca, e pasticcerie che la usino, soprattutto (questo è proprio impossibile, non difficile), e sulla difficoltà di individuare l’origine e la qualità del pane venduto nei supermercati e nei negozi alimentari (parlo della provincia di Napoli, ma la questione panna riguarda un po’ tutta la campania). Ma qui la strada è ancora lunga.

Torniamo agli ataif: la particolarità è che sono fatti di una pastella lievitata, cotti prima solo su un lato come fossero blinis, in una padella appena unta di olio, poi farciti ed accoppiati due a due unendo e sigilando i lati non cotti in modo da non far sfuggire il ripieno, che infatti non sfugge! Allo sciroppo ai fori d’arancio che suggerisce la ricetta ho sostituito un classico giro nello zucchero profumato di cannella, idea rubata alla suocera che ci gira le zeppole di Natale, ancora calde, in modo che aderisca e sprigioni tutto il profumo. La sostituzione non è stata proprio volontaria…è che al ritorno dalla chiacchierata suddetta (quanto è stata lunga?) , lo sciroppo era diventato giusto un po’ solido 🙂


Avrò passato la cottura, giusto un filo? 🙂

Ing: 2 tazze di farina (250 g)
1 cucchiaio di zucchero
10 g di lievito di birra

Per il ripieno
400 g di ricotta di bufala cremosa (o crema di ricotta)
2 cucchiai di zucchero semolato
1 cucchiaino colmo di cannella macinata
50-60 g di gherigli di noci spezzettati

Per la finitura
zucchero semolato
cannella macinata

Olio per friggere (per me olio di semi di girasole)

In una ciotola far sciogliere il lievito con lo zucchero e mezza tazza di acqua (120 ml circa). Coprire e far riposare in un luogo tiepido per 10-15 minuti (sulla superficie si comincia a formare una schiumetta). Setacciare la farina in una ciotola più grande e versarvi al centro il liquido. Aggiungere una tazza e mezzo di acqua e mescolare accuratamente fino ad avere una pastella liscia (regolatevi con l’acqua, la densità che ho ottenuto io era questa)

Ungere una padella antiaderente e farla scaldare molto bene, poi cominciare a cuocere la pastella a cucchiaiate, e facendola espandere inclinando la padella, o col dorso del cucchiaio per avere delle frittelle tonde, come dei larghi blinis. Cuocere per un minuto solo da un lato, metterle in un piatto e continuare fino ad esaurimento della pastella. Se volete potete fare degli ataif non ripieni, in quel caso dovrete cuocerli anche dall’alto lato.
Mescolare la ricotta con lo zucchero e la cannella. Mettere un cucchaio di ripieno sul lato umido dell’ataïf,, cospargere con qualche gheriglio di noce e chiudere con un’altra frittella (lato umido sul ripieno), premendo bene sui bordi in modo da impedire l’uscita del ripieno.
Friggerli in olio caldissimo ed abbondante, toglierli quando sono dorati, poggiarli brevemente su carta assorbente e passarli nello zucchero mescolato alla cannella. In alternativa potete irrorarli con uno sciroppo di zucchero aromatizzato al limone e fiori d’arancio e panna.


RICOTTA CHEESE ATAIF

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Ing: 2 cups of flour (250 g)
1 tablespoon of sugar
10 g of fresh yeast

For the filling
400 g creamy buffalo ricotta cheese (or creamy ricotta cheese)
2 tablespoons of sugar
1 heaping tablespoon of ground cinnamon
50-60 g of chopped walnuts

Finishing
granulated sugar
ground cinnamon

Frying oil (sunflower seeds oil for me)

In a bowl melt the yeast with sugar and half a cup of water (about 120 ml.) Cover and let rest in a warm place for 10-15 minutes (some bubbles will start to form on the surface ). Sift the flour into a bowl and pour in the center the liquid. Add a cup and half of water and mix thoroughly until you have a smooth batter (the density that I got was the one you can see in the picture above)
Grease with oil a frying pan and heat it very well, then begin to cook the batter by spoonfuls, let it expand tilting the pan or using the back of the spoon to get some round crumpet, like large blinis (or pancake). Cook for a minute just one side, put them on a plate and continue until you the batter is run out. If you want you can do the ataif not filled, in that case, you must cook them on both sides.
Mix ricotta cheese with sugar and cinnamon. Put a spoon of filling on the wet side of ataïf, then sprinkle with someground walnut kernel and close with another pancake (wet side on the filling), pressing down the edges to prevent the release of the filling.
Fry in plentiful hot oil, remove when golden, let rest briefly on absorbent paper and turn into the sugar mixed with cinnamon. Alternatively, you can sprinkle the ataïf with a sugar syrup flavored with lemon and orange blossom and heavy cream.
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29 Comments on “Per Carnevale, frittelle arabe!”

  1. Hai ceduto, hai ceduto, trallallero zumpappà! :DDD
    Che spettacolo queste frittelle! La mia nonna fa dei ravioli di ricotta/cacao/zucchero che sono la fine del mondo: quest'anno è andato come è andato, e non li abbiam fatti, ma l'anno prossimo…

  2. Finalmente il libro della Roden ce l'ho anch'io, ed è stata davvero una bellissima scoperta.
    Per quel che riguarda i fritti quest'anno li ho potuto mangiare solo con gli occhi attraverso i blog delle amiche.
    Davanti ai bomboloni di Rossanina di Enza sono quasi svenuta

  3. @La cuoca pasticciona
    una bella dipendenza! :))

    @Sarah
    meglio che non penso ai ravioli della nonna, senno' si sommano ai bomboloni, ed i miei buoni propositi si vanno a far benedire!

    @Lydia
    E' davvero un libro da leggere, pagina per pagina, tutto quello che voglio da una ricetta, che sia descritta con cura e precisione e che dietro abbia una storia, LA storia!

    @Gloria
    non e' facile da trovare nelle librerie, il metodo piu' sicuro e' IBS credo…e' davvero molto interessante, non per niente e' sulla breccia da anni 🙂

    @manuela e silvia
    visto che ormai le classiche chiacchiere le avevamo mangiate avevo diritto di sbizzarrirmi un po'?? 😉

    @Saretta
    la ricotta era da svenimento, davvero! quindi anche il dolce e' venuto al di sopra delle aspettative 🙂 Un bacione!!

    @RicetteAmoreFantasia
    figurati, spero che sia utile :))

    @paolo
    credo che abbiano la nomea di essere troppo dolci, ma rielaborati in modo meno zuccheroso sono eccezionali, non per niente da loro ha avuto origine gran parte della pasticceria occidentale (Claudia Roden docet) 🙂

    @andrea
    non le ho mai mangiate ma ora che me lo dici e' vero! un'altra prova di come culture gastronomiche cosi' apparentemente lontante in realta' si toccano. Ciao!

    @Alem
    se sentissi ancora l'odore che hanno i miei capelli riconfermeresti l'odio verso la frittura 🙂
    Allora buona…visione, e grazie 🙂

  4. wow il sacro cuore del fritto…i krapfen mi stanno accendendo pure a me…ma queste cose alternative e sconosciute mi ispirano di più…io però non so friggere…per questo mi sono fatta prestare la friggitrice della suocera e ho fatto delle normali frittelle classiche…risultato? frittelle perfette, ma io ho la nausea da fritto e non le mangio…che a ben vedere è anche meglio! un bacio

  5. ma sono l'unica non essere presa dalla foga friggitoria carnevalesca? sarò una pazza eretica ma io non vado molto d'accordo con le robe fritte del periodo, mi limito alle sprelle della mamma ma con moderazione..forse è per questo che la tua ricetta mediorientale è + nelle mie corde, o è merito di ricotta e cannella?

  6. Quest'anno ho mangiato un fritto (uno di numero). Una frittella di mele ad una cena di lavoro. E mi è bastata per farmi venir voglia di un cesto di frappe e castagnole. L'addetta ai fritti di Carnevale era mia nonna. Ma purtroppo nessuno in famiglia ha la minimissima idea di come facesse le frappe. Rimarrà il ricordo di un sapore.
    Le tue frittelle arabe sono interessantissime, poi sai quanto sia affascinata dalla cucina araba. Devo assolutamente procurarmi il libro della Roden.
    Un abbraccio
    Alex

  7. @Claudia
    moolto consistente, mannaggia! Ho temuto di aver perso anche il pentolino 😛
    Baci Cla **

    @Luciana
    molto buoni e con un gusto vicinissimo alle nostre tradizioni :

    @Lo
    e ma si che è meglio!Io le ultime frittelle fritte fritte le ho portate in ufficio 😀

    @Gio
    no, non sei solo tu, infatti avevo quasi deciso di saltare, quando è arrivata la richiesta del marito, che più che festeggiare il Carnevale voleva soddisfare la sua gola! Oggi mi sono beccata ppure un uovo sulla PAnda, pensa tu cosa posso pensare del carnevale 🙂

    @Alex
    quel libro è fatto (anche) per te :))
    Una frittella!! Ma allora è dieta seria :))

    @Wennycara
    non me lo dire che ormai appartengono ad un'altra vita, ah ah!

    @Maurina
    ma figurati, è bello sapere che ti sia piaciuto il post, a presto 🙂

    @emama
    se sei di queste parti vale la pena. Se sei di Napoli città c'è un altro bel negozio al Vomero consigliato da Giovanna, lo trovi sul post degli indirizzi 🙂

    @Ely
    chi non è attirato dai bomboloni, mannaggia??

    @Comida de mama
    Elena, sono quasi più felice di aver trovato dentro il libro quei racconti-aneddoti, che di aver trovato delle ricette ben scritte, con una cura appassionata nella descrizione dell'origine e della storia…insomma, diciamo parimerito 🙂
    Grazie ancora 🙂

  8. una figata pazzesca e poi vuoi mettere il fascino antico e misterioso dell'oriente? anche questo finisce tra i suggerimenti per i libri.
    anche perchè detesto con tutta me stessa i libri di sole ricette li trovo noiosi.
    quanto al caseificio, avevo letto da lydia dei salumi di maialino nero casertano (mi pare) io ho avuto la fortuna di assaggiare qualcosa del genere da timpani e tempura a napoli, è stato due anni fa ma mi sembra già una vita.

  9. Lory, Enza, ma dormire no?????????

    @Lory
    sai che mi consola il fatto che non li conoscessi?? Ma solo perche' penso che se anche mai dovessi saperne quanto te (e cioe' mai!) avrei ancora cose da imparare, senno' sai che pal..che noia 😛
    Un bacio grande 🙂

    @Enza
    si, si, il maialino nero viene allevato in alcune zone vicino caserta ed anche da qualche parte in Toscana, credo sia anche un presidio slow food! Presa dall'entusiasmo non ho analizzato a fondo il reparto salumi e formaggi, ma lo faro' 🙂
    Quando ci hai chiesto consigli sui libri non mi era venuto in mente questo, non so perche', ma, si, mettilo in lista 🙂

  10. Un'ottima idea quella di puntare su un fritto diverso per carnevale…e che fritto…e che libro…è nella mia wishlist e mi sa che lo prenderò presto!…è così ricco di storia e cultura oltre che di ricette…proprio come piace a me, scavare nella cultura di un pease attraverso il cibo!
    cmq bravissima…ti son venuti benissimo…peccato solo esser distante da questo caseificio!!! 🙁

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