
Pero’ la cara Alex ci ha chiesto di raccontare una storia, e questa delle arance io dovevo raccontarla, a mo’ di purificazione, per liberarmi dell’infame sigillo impresso nella memoria delle mie compagne di classe, che ancora le ricordano con terrore , e che ancora sorridono discretamente quando casualmente, loro stesse le evocano (in realtà si sganasciano…sempre discretamente, ovvio).
Dunque, il fattaccio risale al quinto anno delle scuole superiori, e vede protagoniste involontarie le quattro compagne di classe con le quali, più che una cricca, avevamo formato un’associazione a delinquere, mia sorella e mia madre, nel suo ruolo di mamma italiana, comprensiva ed indulgente fino al sacrificio massimo :).
Già dall’anno prima avevamo inaugurato la tradizione di festeggiare i rispettivi compleanni con un pranzo, che fosse cucinato dalla mamma, o in parte da noi, doveva svolgersi in casa, e possibilmente con un menu che accontentasse i gusti di tutte (rischio l’autopsia dei piatti incriminati, eliminare le bietole da un piatto di risotto alle bietole ad esempio, e’ da guinness, ve lo garantisco).
Alcuni piatti erano fortemente richiesti, altri implorati, tutto il resto era lasciato alla fantasia dell’ospite di turno.
Inutile dirlo, anche allora la mia fantasia galoppava parecchio, basata sempre sui libri che giravano in casa e sulle ricette che leggevo dalle riviste, ed in particolare c’era una raccolta a schede di cui ho parlato spesso anche qui, che mi ha davvero formata, da ABA a GHI, beninteso, che là si era fermata la pazienza del mio papà 🙂
Una di queste schede riportava una ricetta dal nome lussureggiante “Dessert Costa d’Avorio”, appunto, ed una foto che, all’epoca, faceva un certo effetto: quattro vaschette fatte con le arance svuotate, riempite di una crema di colore arancio chiaro, voluttuosamente spremuta dalla bocchetta dentellata della sac-à-poche.
Dopo esserci passata sopra decine di volte, decisi che quello sarebbe stato il dolce per il pranzo con le amiche del mio diciannovesimo compleanno: mi emozionava preparare per la prima volta una crema a bagnomaria, fino ad allora con quel sistema ci avevo sciolto a malapena il cioccolato.
Mia madre decise di reprimere i suoi dubbi, sapeva che esprimerli non sarebbe servito a nulla, ero tanto diligente e poco ribelle nei doveri scolastici ed in quelli casalinghi, quanto indomabile ed “inguidabile” in cucina: dovevo fare a modo mio, dovevo sperimentare, i consigli dell’esperienza mi annoiavano e mi sembravano inutili, almeno al di fuori delle pietanze ben assestate della cucina di casa, che, neanche a dirlo, non mi interessava neanche un po’.
Misi dunque a bagnomaria le uova e lo zucchero, poi il latte, e pazientemente mescolai fino a quando il composto si addenso’, gonfiandosi leggermente.
A quel punto aggiunsi la polpa ricavata dalle arance frullata, seguendo diligentemente la ricetta, e continuai a mescolare, aspettando che la crema magicamente si addensasse di nuovo.
La crema ovviamente non si addenso’, anzi, e ovviamente a furia di stare al calore, le uova si stracciarono nel liquido giallognolo, e cosi’ ad un certo punto mi resi conto di aver perso ogni speranza.
Il danno pero’ era fatto, non avevo tempo di preparare altro: riempii le vaschette con quella strana crema, e le misi in freezer, sperando che diventassero un gustosissimo gelato all’arancia.
A quel punto la ciofeca aveva raggiunto già un buon livello di orripilanza, ma io non ebbi neanche il buonsenso di tirar fuori dal frigo le vaschette in anticipo, cosi’ quello che le mie amiche si videro servire come dessert, era un oggetto semisferico contundente di colore arancio chiaro, che opponeva un’ostinata resistenza al cucchiaino: mentre loro ridevano già di gusto, come avrebbero continuato a fare per molto tempo, mia madre grattava pazientemente la crema coriacea ripetendo: ma no, si puo’ mangiare, bisogna solo aspettare un po’……cuore di mamma!!!!
Ing: 3 uova
60 g di zucchero
4 arance
400 ml di latte
2 cucchiai di amido di mais
Tempo di preparazione: 30/40 minuti
Ing: 4 eggs
60 g sugar
400 ml milk
2 tbs of cornstarch
4 oranges
Preparation time: 30/40 minutes
Put the egg yolks and sugar in a saucepan : put it in a bainmarie and stir with the whisk, add the milk and go on whisking until the mixture thicken (it will take at least 15 minutes, the water must tremble, never boil).
Remove from heat and stir often, until cool, then transfer the cream into a bigger bowl .Squeeze the four oranges without breaking the zest (I had to cut them in half, if you want to use the beautiful semi-caps, use 4 more oranges to empty thoroughly with the cutter) and filter it. In a little sauce pan put the cornstarch and mix it little by little with the orange juice, to avoid lumps. Put on medium heat and thicken it, stirring constantly (about 5 minutes will be enough). Remove from heat and let cool.
Whip the egg whites adding a few drops of lemon, until they form stiff peaks. Add the “gelatinous” orange juice to the egg cream, mixing thoroughly, then incorporate the egg whites, stirring gently from top to bottom. Place the cream how you prefer (into orange peel, into glasses, cups, etc..) and keep refrigerated until serving. I think it is a delicate filling, which can go stuffing cakes, choux, etc..
Che dolce questo tuo racconto!.. Ma anche la crema mi sembra buonissima! Manco a farlo apposta, mi stavo lamentando anch’io delle ricette scritte a cavolo nelle riviste di cucina!
Un bacione!
Mi è piaciuto leggere questo tuo racconto, perchè ho rivissuto i momentyi delle mie prime soperimentazioni in cucina, con mia mamma! Comunque queste arance ora sono deliziose!!
@Rossa di sera
penso che sia statisticamente inevitabile, anche le migliori ogi tanto buttao liì ricetta a caso! 🙁
Un bacio!
@Elga
anche la tua era paziente com ela mia?? E’ stata una fortuna avere i propri spazi ppr sperimentare, non tutte le mamme lasciano “campo libero”!
Ahahah
Bellina, però! Mica tutti si sarebbero premurati di farsi il dolce per il compleanno! 🙂
Però c’è da dire che questa variante di farcia ha sortito il suo buon effetto… 😛
*
una tentazione ennesima per i soliti propositi di una drastica dieta intrapresa circa dieci minuti fa…
Che bello questo racconto e… che invidia!! Io non ho mai avuto un così bel rapporto con le compagne delle superiori, non ho dei così bei ricordi… un po’ anche per colpa mia che sono sempre stata un’eremita (e forse lo sono ancora..).
Comunque ti sei decisamente rifatta questa volta!
Un bacione, buona giornata!
ma dai,che ciofeca!!!!
a me piacciono 😉
Deve essere stato impagabile vedere la mamma intenta a grattare la crosta gelata del dessert cercando di rincuorarti…però lo ammetto se fossi stata una delle tue compagne di classe mi sarei probabilmente uccisa dalle risate ;D
Un bacione
fra
Che spasso leggerti Cibou!
Nonostante quella primordiale ciofeca oggi hai una maestria davvero eccezionale!
Questo dessert te lo copio viste le arance da smaltire!
Bacioni
Che bello il tuo racconto!!! Non ho mai avuto l’usanza di festeggiare il mio compleanno così, ma sarebbe stato molto divertente ^_^ Buono il dessert!
@tartina
credo che proprio da quell’anno in poi mi sono preparata da sola il dolce di compleanno!! 🙂
@robertopotito
io ormai rinuncio anche ai propositi…. 😀
@Dolcetto
Per le amicizie al femminile c’è sempre tempo per fortuna, e sono una gran cosa, davvero! 🙂
@Mirtilla
Be’ la versione riveduta e corretta piace anche a me!!! 🙂
@Fra
ti giuro, è uno dei ricordi più belli della mia vita a casa dei miei!! 🙂 Un bacio 🙂
Saretta
esaggerata…non sai con quale maestria faccio di quelle ciofeche pure adesso….. 😀
Io ho dei mandarini adesso da smaltire!! 🙂
@Sweetcook
Si, decisamente divertente, anche essere presa in giro a vita eh eh!!! 🙂
Cibou, nottata a scrivere il post??!!!
Quelle che vedo in foto sono proprio belle, quelle originali nunzò.
Ne approfitto per mandarti un bacio grande
ahaha!
Mi sta facendo morire questa raccolta…acc io non ho conservato le ciofeche.
interessante questa ciofeca!!
Che bello che sei riuscita a partecipare, grazie!! Mi sto divertendo un sacco a leggere dei vari disastri.
Un bacione
Alex
Eh eh eh eh…irresistibile mitica Cibou!
ricordo ancora le torte che preparavo con la mia compagna di liceo per la festa di fine anno, anche noi testardissime..non ti dico che scempi…
Beh dai un errore di gioventù, capita a tutte, no!?
Ciaooo,
Aiuolik
Mi sono divertita a leggere il racconto che ci hai narrato con tanta leggerezza! Il dessert contundente :-)))))
W l’incoraggiamento delle mamme!
@Lydia
Quelle originali per fortuna sono state fatte quando non esistevano le macchinete digitali!!! 🙂
No, nottata no, diciamo seconda serata inoltrata…. 😛
Un bacio grande Lydia!!!
@michela
Il fatto è che se anche non le conservi, ne resta il ricordo!!! 🙂
@Micaela
rivisitazione di ciofeca, please…:) Baci!
@Alex
si, si, avevo il post quasi pronto, fortunatamente Lydia mi ha avvisato ieri della scadenza imminente!
@Dida70
:)) almeno ci divertiamo con i disastri culinari 🙂
Giò
ma poi? E’ stata tutta esperienza utile, no? 🙂
@Aiuolik
E già..infatti sono quelli della maturità che ho omesso!!! 🙂
@twostella
per bilanciare il dessert, dovevo essere per forza leggera 😀
Ti abbraccio!
troppo carino il tuo racconto!!:)
bacii!
ciao cibou!!esilarante la tua storiella!!beh..sbagliando,s’impara..e allora ben vengano gli sbagli!!!è davvero una ricettina ideale,per questo periodo,che dovrebbe essere gia’ friccicarello,da consentirci di gustare il tuo dessert,sul terrazzo di casa^;^aspettiamo,fiduciosi!!!
credo di aver rimosso molte delle mie ciofeghe anche perchè ogni volta che qualcosa in cucina va storto mi arrabbio di brutto e comincio ad imprecare a destra e a manca come uno scaricatore di porto … ho però il mio cruccio che anora mi tormenta e potrà sembrare strano ma è il pds con il lievito quello con la dose di dieci uova, ognio volta che ci riprovo, nella speranza vana che mi riesca il risultato è sempre peggio …
Viva la mamma! 🙂
Cuore di Mamma!!!!, sbagliando s’impara ed hai imparato bene cara Cipo….t’abbraccio e ti lascio, quando puoi, rivisitare la tua lasagne di carciofi da me!!!!!
Scusa se c’ho messo degli intrusi!
@Chiara
ciao, sono contenta che ti sia èiaciuta questa “disavventura! 😉
@Elisabetta
dessert in terrazza, che bello….. 🙂 Ciao!!
@panettona
no, no, non ci credo che imprechi come uno scaricatore di porto 🙂
Se è per questo io nonho mai provato a fare un pds senza lievito e so già che quandooci proverò verrà una bella ciofeca!! 🙂
@Antonella
Siempre!!! 🙂
@Mariluna
Cara, che onore avere una ricetta rifatta da te! Ed i tuoi intrusi mi piacciono tantissimo!!
Ti abbraccio 🙂
Il tuo racconto è mooooolto divertente (soprattuto la parte contundente:-D). C’è almeno il vantaggio (forse l’unico) che le ‘cavie’ si ricordano di noi e ridono per anni…non so se sia lunsinghiero pero’ 😉