Mangiare la foglia (nella frittella)

Borragine

Sono nata e cresciuta in città, con periodiche escursioni in campagna da bambina (leggi lunedì di Pasquetta, 25 aprile, etc etc) e passeggiate primaverili durante le quali mi divertivo a raccogliere fiori, più che altro. Era quindi per me un po’ esotica anche la raccolta della cicoria selvatica o la ricerca delle lumache.

Per scoprire l’immaginabile, e cioè che anche le erbette selvatiche potessero essere non solo commestibili, ma gustose, ho dovuto aspettare di conoscere il marito, che un giorno mi parlò delle frittelle di borragine.

E cos’è la borragine? (chiesi io)

Lui mi spiegò delle foglie pelosette, della pasta cresciuta, ma ho dovuto aspettare ancora un altro po’ di tempo per scoprire che fiore bellissimo avesse la borragine: di un colore tra l’indaco e il violetto (sì, proprio lì, tra le ultime due sfumature dell’arcobaleno), con quel suo guardare verso il basso che si fa attraversare dai raggi del sole offrendo una luminosa trasparenza.

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Uno scatto fatto a uno di quei fiori campeggia praticamente dall’inizio sulla mia home di Twitter, e dubito che qualcos’altro lo potrà mai scalzare. Quest’anno nonostante il tempo capriccioso, la borragine si è messa in posa per me e si è fatta fotografare: ma anche raccogliere e friggere, anche se quelle sottili spine che ne ricoprono il gambo sono quasi più antipatiche di quelle dei fichi d’india. Fortunatamente, sono meno numerose.

Se volete saperne di più sulla borragine, che ha tanti usi e proprietà, vi rimando a questo post di Virginia Portioli su Gastronomia Mediterranea.

Io vi racconto le mie semplici frittelle, nate sulla falsa riga dei ricordi del marito (così le faceva mio nonno…..), con tutta l’ansia che ne poteva derivare.

Sono piaciute, pfiuuu!

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FRITTELLE DI FOGLIE DI BORRAGINE

Ing: (per 2-3 persone)

25o g di farina 0 (io ho usato la w260 Garofalo, adatta per gli impasti lievitati)

12 g di lievito di birra (ma solo perchè avevo pochissimo tempo per far lievitare, altrimentii ne basta molto meno)

Acqua tiepida, sale

Olio di semi d’arachide per friggere

Sciogliete il lievito in una tazza (100 ml) di acqua tiepida. In una ciotola pesate la farina, aggiungete il sale e versatevi il lievito

 sciolto, poi cominciate a lavorare con la forchetta aggiungendo man mano altra acqua, fino ad ottenere un composto quasi liquido ed elastico (vedi foto).

Copritelo e mettetelo a lievitare in un luogo tiepido (io ho avvolto la ciotola in un plaid, voi se volete usate la tecnica di mettere la ciotola nel forno spento con la lucina accesa) fino a che non è più che raddoppiato: con la quantità di lievito che ho usato io è stata sufficiente poco più di un’ora.

Nel frattempo staccate le foglie di borragine, lavatele e asciugatele bene.

Quando l’impasto è pronto, riscaldate bene l’olio in una padella profonda. Formate le frittelle mettendo una per volta le foglie nell’impasto e facendo in modo che ne vengano avvolte, raccogliendo una quantità di impasto grande quanto una grossa noce con le mani o con il cucchiaio. Friggete le frittelle ma non vi aspettate che diventino dorate, resteranno abbastanza chiare.

Mangiatele calde!

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