Faccio un post sul pollo arrosto, sì. O piuttosto un post sulla fame atavica che ci portiamo dietro da milioni di anni e che si fa strada ogni tanto (finalmente) tra maldipancinivari, maldigengiveatroci, catarripervicaci.
E che ci fa stupire e morire dal ridere quando un piccolo undicimesenne, messo di fronte ad un pollo arrosto con le sue patatine unteunte, prima se lo studia con fare meditabondo, e poi comincia a pescare nella teglia patate e pezzetti di carne, portandoli alla bocca con quel ritmo ralenty da “mamma-non-c’è-forza-di-gravità-su-questo-pianeta”, lento ma inesorabile.
Vabè, insomma, è un post familiare questo, pubblicato un po’ perchè a cuore di mamma non si comanda, e un po’ perchè è la seconda volta che cucino un pollo arrosto tutto intero in vita mia (ricordate il pollo che voleva essere un tacchino?) e siccome mi è venuto bene ma bene, mi scrivo quelle due istruzioni elementari che ovviamente alla prossima volta dimenticherei. Io non posso chiuderlo questo blog, supporto della mia memoria fallace (che a volte falla recidivamente perchè mi dimentico anche di averle fatte e scritte certe ricette), no, mi tocca tenerlo aperto anche se in stand by!
Passiamo al pollo: ripeto, è un promemoria per me più che altro, non è assolutamente una “lezione” sul tema, anche se considerando che è la seconda volta che lo preparo, secondo le logiche aziendali sarei la massima esperta di pollo arrosto 🙂
Ingredienti: un pollo, un limone, un rametto di rosmarino, aglio, olio extravergine, sale, patate.
Ho comprato un pollo allevato a terra (non bio, non ruspante, ma un pollo decente), il peso era circa 1,4 kg già privato di testa e interiora.
A casa ho controllato che dentro fosse ben pulito, ho tagliato la pelle in eccesso e eliminato le poche penne rimaste sulla pelle con una pinzetta: l’ideale sarebbe bruciacchiarle su una fiamma, ma io non sopporto quell’odore di pelle bruciacchiata :), poi l’ho lavato bene sotto l’acqua corrente dentro e fuori.
Ho messo all’interno uno spicchio d’aglio sbucciato e tagliato in due, due o tre fettine di limone, un rametto di rosmarino, e ho salato un po’. Altre quattro fettine di limone tagliate sottili le ho infilate sotto la pelle del pollo (sul dorso). Ho legato il pollo ben stretto con uno spago da cucina, per conservare la forma in cotura, e poi l’ho massaggiato con un filo d’olio extravergine e salato all’esterno (pochissomo in realtà perchè era destinato anche a Daniele, sennò avrei salato normalmente).
In una teglia ho messo un filo d’olio, un paio di patate tagliate a cubotti, ho adagiato il pollo e ho aggiunto due dita di acqua fredda. E non vi scandalizzate, sul web son tutti bravi ad arrostire senza aggiunta di acqua, ma questo è uno di quei consigli della mamma che ho imparato a mie spese a seguire 🙂
Avrei usato metà vino bianco e metà acqua, se lo avessimo dovuto mangiare solo noi adulti.
Avrei usato metà vino bianco e metà acqua, se lo avessimo dovuto mangiare solo noi adulti.
Ho infornato in forno già caldo a 240°, dopo mezz’ora ho girato il pollo su se stesso e l’ho fatto cuocere ancora per mezz’ora. Durante la prima mezz’ora, quando la pelle era già bella dorata ma mi sembrava un po’ asciutta, ho spennellato la superficie con un altro filo d’olio.
Ho rigirato ancora e spento il forno dopo 10 minuti, lasciando il pollo all’interno.
La cottura dipende un po’ dai forni, e va un po’ tarata anche a seconda del peso (se il pollo è più piccolo direi che ci vuole un’ora al massimo).
Cara la mia Cibou, so' soddisfazion queste!
Credo che un arrosto ben ruscit faccia gongolare qualunque donnina vero?!Se poi hai un bel non-più-pelatino undicimesenne che apprezza, beh, soddisfazione ammmmilleeee!
Bises
si, gongolo tantissimo! E ha mangiato per la prima volta anche la crostata di frutta, va da se che ora sono convita di aver fatto la crstata di frutta più buona sdel mondo :))
Faccio subito mio questo prezioso consiglio dell'acqua che non avevo mai sentito!
Stefania provaci, a me se non la metto mi si brucia tutto…sai che ieri mi hai tentato tantissimo con i boomerang brownies? Mi sono fatta scoraggiare dalla quantità di olio rispetto alla farina, poi non posso mica venire fin lì a fare aerobica :))
Sì, ma…. dopo aver spelacchiato il pollo con le pinzette, gli hai fatto anche la zampi-cure?? :-))) … cmq un pelatino amoroso-dududu-dadadà è il miglior commensale del mono 🙂 Brava mamma (con la faccia da mamma, poi ti dico eheheh) ♥♥♥
del monDo
oh, pelatino a chi??? Qui ci pettiniamo almeno due volte al giorno 🙂
io mi diverto un sacco a fare il pollo intero, e si metto il vinello senz'acqua( ma noi siamo adulti ormai) e mo' che ci penso da tempo che non lo faccio…ummmm quelle patate che buone che sono, buon gustai il tuo piccolo già!!!!
Un'abbraccio Elvi….
Pat, diciamo che per ora facciamo anche noi un'alimentazione salutare, insieme a lui :))
Bacio!
mi piace: consiglio, tono e realismo!
Ps ma quanto cresce veloce quel piccino lì.
il realismo è d'obbligo! Un bacio 🙂
Che bontà! Da provare al più presto! Poi quelle patate….! Grazie, post utilissimo anche per me!
uddiu quanto si fici ranni stu picciriddu!
Ancora un po' e afferra una bella scoscetta e se la spolpa ahahahahahah
Cibula mia brava sei, io il pollo intero non l'ho mai fatto!
:*
Passami i resti va 😀
Cla
ottimo grazie
ma spettacolo Elvira: io non l'ho mai fatto un pollo intero!!!! Grazie per queto post, ci voleva! (panettoncino è diventato un panettone in piena regola!)
guarda che è una delle cose più difficili da fare bene, sono queste il banco di prova di una cuoca, grazie dei consigli
Ciao Elvira, ti ho conosciuta da Tania…mi sono innamorata di te!!! Ci vedremo spesso!
Un bacio
Paola
Paola, che dichiarazione, arrossisco 🙂
Grazie, e a presto allora!