Imperfetto il taglio della torta, imperfetta la foto e imperfetta la crème fraîche rimasta liquida.
Potrei scrivere un manifesto: “Elogio dell’imperfezione”, ma ovviamente anche quello lo scriverei con una certa approssimazione.
Però avrebbe comunque un suo senso, scritto da chi condivide la sua vita con un perfezionista, da un numero di anni pari a più della metà della sua vita . Uno psicanalista avrebbe materiale su cui studiare per anni, se venissero trascritte scene familiari tipo, come quella di questa mattina:
Lei: devo portare un’altra fototessera al nido, serve per l’albero di legno
Lui tira fuori dal raccoglitore-baby il gruppo di tre foto tessera stampate col faccino monello e glielo passa.
Lei prende le forbici e ne ritaglia una. Già sa che l’imperfezione si è manifestata anche quella mattina, in quel taglio veloce, ma riesce subito a farsene una ragione. Posa le due foto rimanenti lì dove capita.
Lui: Dove sono le altre due foto?
Lei: Lì dove capita.
Lui le guarda. Si vede che un’ombra gli passa sul viso, segno del profondo malessere interiore causato dal bordo un po’ storto lasciato dalla sciagurata
–ma ti sei accorta che l’hai tagliata TUTTA storta?
Lei pensa che in quel TUTTA già ci sarebbe molto da discutere. Ma non discute e dice solo “sì“, perchè la perfezione vede solo il bianco e il nero, non vede il poco o il molto.
E l’imperfezione invece si acquieta sulle mille sfumature intermedie, accarezzando la sensazione di potere che dà guardare un bordo storto e pensare chisseneimporta.
Allo psicanalista glielo potrei dire subito, e con un certo compiacimento, che si tratta di due mondi paralleli destinati a non incontrarsi mai, e ciò nonostante ad amarsi da una (più di mezza) vita. Dovrebbe, il malcapitato, farsene una ragione anche lui.
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Dov’ero? Ecco, alla pumpkin pie. Non è che mi importi qualcosa di Halloween, anzi, assolutamente zero, ma la torta di zucca la volevo provare da una vita. Complice una foto meravigliosa condivisa su Pinterest da Elena e l’occasione di condividerla con amici – visto che non è proprio leggera, nonostante la grande quantità di zucca – sono andata a cercare la ricetta della pumpkin pie di Martha Stewart e l’ho rifatta più o meno tale e quale, riducendo parecchio le dosi.
Poichè non ho trovato il latte evaporato, ma solo quello condensato, che è molto dolce, ho ridotto molto lo zucchero.
Servita tiepida con un po’ di crème fraîche – seppure rimasta un po’ liquida – l’ho trovata buonissima. Con la crema avanzata ho anche provato a fare una “frittata”, cuocendola in una teglia imburrata con il fondo antiaderente, a fuoco bassissimo, senza girarla, per circa 25 minuti. Un delizioso dolce di zucca al cucchiaio 🙂
Per saperne di più
Lydia ha scritto un bell’articolo su Gastronomia Mediterranea sulle tradizioni italiane del giorno dei morti
Se volete un’altra torta con dentro un ortaggio potrebbe piacervi la torta rosa di rape rosse e arancia
PUMPKIN PIE
adattata da una ricetta di Martha Stewart
Dosi per una tortiera di circa 22 cm di diametro
Per la pasta brisée:
250 g di farina 00
60 g di farina di riso
140 g di burro
un pizzico di sale
acqua fredda
Per il ripieno (con queste dosi mi è avanzato ripieno quasi per un’altra pie, quindi o riducete il ripieno o fate una dose e mezza di brisée)
Zucca 900 g circa (pesata cruda)
un tubetto di latte condensato
50 g circa di zucchero di canna (Demerara)
un pizzico di sale
un cucchiaino raso di cannella in polvere (meglio se macinata da voi)
un cucchiaino raso di zenzero fresco grattugiato
3 uova (una servirà in parte per spennellare il guscio)
1 cucchiaio di amido di mais
mezzo cucchiaino da thè di estratto di vaniglia (non lo avevo)
Preparate la pasta brisée
imapastate velocemente la farina con il burro freddo a pezzetti ed il sale fino ad ottenere delle grosse briciole, aggiungete acqua ghiacciata quanto basta (circa 1/2 bicchiere) e impastate velocemente. Formate un panetto, avvolgetelo nella pellicola e fate raffreddare in frigo per un paio d’ore.
Poi prendete il panetto e maneggiatelo un po’ sulla spianatoia infarinata per renderlo duttile. Togliete una parte (circa 1/4) e stendede la parte restante in una sfoglia spessa 2 mm, infarinando been la superficie. Rivestite uno stampo per crostate di circa 22 c, con la carta vorso o imburratelo, poi disponetevi la sfoglia. Pareggiate i bordi con un coltello, e con l’impasto rimasto ricavate una sfoglia spessa 3 mm e ritagliate delle foglie. sbattete un uovo con un cucchiaio di latte e spennellate i bordi del guscio e anche il fondo. Disponete le foglie sul bordo facendole aderirire, poi spennellate anche esse con l’uovo.
Ponete in frigo a raffreddare per 15-20 minuti. Preriscaldate il forno a 180°.
Disporre sul guscio di pasta un foglio di carta forno con dei legumi o dei pesetti di ceramica, poi cuocerlo il guscio per 1o’, togliere carta e pesettie cuocere ancora per 5′. Sfornare.
Preparare il ripieno
Cuocere la zucca in forno per 50-60′ a 220 g: deve risultare morbida. Io ho cotto in forno a microonde per circa 25 minuti. Ricavare la polpa con un cucchiaio e frullarla. Aggiungere tutti gli altri ingredienti, compreso l’uovo restante usato per spennellare. Versare il composto nel guscio di pasta brisée e cuocere a 170° per circa 30-40 minuti. Il ripieno deve risultare sodo. Se necessario, quando già la crema si è un po’ rassodata, coprite con della carta stagnola per evitare che le foglie si brucino.
Sfornare e lasciare raffreddare bene prima di sformare (se aveteusato la carta forno o avete una tortiera col fondo staccabile l’operazione è molto più facile).
Servirla con della crème fraîche o della panna semi montata poco zuccherata.
Se l’avessi postata ieri avrei provato a farla (magari senza foglie, tanto siamo in autunno)- Mi sono invece imbarcata in un cheesecake che probabilmente avrà un concorrente. Se non mi verrà la nausea per la zucca dopo la cena di domani, proverò x domenica. Baci e buone vacanze
io eviterei dopo una cena completamente a base di zucca, magari aspetta un paio di settimane!
Meravigliosamente imperfetta direi. Io sono una di quelle imperfette a metà, ci sono cose che faccio in modo ordinato e preciso, come tagliare una fototessera, altre cose che faccio in modo talmente disordinato o come “capita” che faticheresti a dire essere fatta dalla stessa persona.
Devo ammettere che però alcune volte invidio la perfezione, o almeno chi riesce ad esserlo con estrema naturalità.
Marta
Anche io la invidio, davvero. Non il perfezionismo maniacale e fine a se stesso, ma quello sano, che non ti fa essere arruffona. C’è sempre tempo, non dispero, ma neanche mi dispero se non riesco 🙂
ed è proprio bellissima nella sua imperfezione, immagino ottima al sapore e soprattutto, visto che ha la zucca, io ne vado matta!
W le torte imperfette!
baci ficoeuva
E’ molto buona, soprattutto sposata con il sapore neutro della classica brisée. Credo che anche uvetta gradirebbe 🙂
Io che cerco la perfezione in tutto alla fine mi ritrovo ad essere perfettamente imperfetta, devo solo farmene una ragione 🙂 Mi ha fatto tanto sorridere il tuo incipit.
Sai che non ho mai usato la zucca in preparazioni dolci? Trovo delizioso quel bordino floreale … e rende tutto perfetto.
Un abbraccio forte
se questa è l’imperfezione….la perfezione cos’è?! 🙂
La torta di zucca sono tentata di provarla, anche se, ahimè, sto bandendo dalla cucina il burro se non è necessarissimo……ma soprattutto sono con te per quanto riguarda l’imperfezione e la vita con un perfezionista……..la nostra vita è più improntata sull’ordine e il disordine…..ma è circa la stessa cosa