La planetaria della mia infanzia

CIGNI DI PASTA CHOUX

In quanti minuti la notizia che il Cavoletto così, di punto in bianco, aveva deciso di mettere in palio l’oggetto dei desideri più o meno nascosti di chiunque ami passare in cucina gran parte del proprio tempo libero, in quanti minuti dicevo, questa notizia abbia fatto il giro della blogosfera e ritorno, non è dato sapere, ma l’intuito mi suggerisce che siano stati pochi…..pochissimi! 🙂

Una ricetta d’infanzia ci chiede di raccontare…..quanti sapori e quanti profumi mi riportano indietro negli anni? Tanti, dai pranzi domenicali della mamma, alla pastina della carissima zia dalla quale noi nipotine andavamo a trascorrere “il week end”, o anche, in negativo, l’odore della mensa dell’asilo: avevo solo tre anni, ma ancora mi perseguita come un incubo :))
Dopo trenta secondi di meditazione ho concluso che più che una ricetta d’infanza, io ho la PLANETARIA della mia infanzia: no, non era mia (non ho mai avuto neanche il dolceforno, ho usato direttamente il forno normale a 12 anni) e neanche della mia mamma, e nel periodo di cui parlo non avevo neanche la minima idea di cosa fossero il movimento planetario o la planetaria stessa.

Per me era solo il luogo magico in cui il barista montava la panna, “in diretta”, davanti a me.

Vorrei 250 g di panna montata“, e la mia voce doveva arrivargli certo meglio dell’immagine di una ragazzina sollevata sulla punta dei piedi per essere visibile al di là del bancone.

Senza parlare si dirigeva verso il frigorifero per prendere il bricchetto della panna fresca, lo apriva e la versava nella ciotola d’acciaio. Io riuscivo a vedere le fruste dentro la ciotola (almeno la parte superiore) e da lì in poi il mio sguardo rimaneva ipnotizzato sul loro movimento, era strano, non tanto veloce, ed il rumore che produceva era un rintocco più pieno che metallico.

Quando la panna era quasi montata, il signor Peppino versava nella ciotola lo zucchero – semolato, mica zucchero a velo, che’ i granellini dolci si sentivano bene nella nuvola di panna montata – e qualche secondo dopo le fruste rallentavano fino a fermarsi.

La vaschettina di plastica a misura riempita con l’aiuto di una spatola, la carta oleata a proteggere il prezioso quanto deperibile contenuto, ed infine il tutto incartato in un foglio bianco.

Niente stabilizzanti, si capisce, qualsiasi farcitura o decorazione (e anche il consumo!!) non doveva farsi aspettare troppo, o la panna sarebbe tornata al suo stato originario, quello liquido 🙂

Ora, potevo mai dare la ricetta della panna montata? Volendo si, avrei fatto un bel post sulla Crema Chantilly!

Ma sempre per restare in tema di ricordi di infanzia, alla panna sono legati indissolubilmente i bigné, fatti in casa o comprati in pasticceria…si, si, parlo delle paste della domenica!!!! Scagli il primo bigne’ chi non sa di cosa sto parlando :))

Ognuno aveva la sua preferita, quella che guai a chi la toccava: la mia erano i cigni con un velo di crema pasticcera ed il piumaggio vaporoso fatto di….panna!!! Ecco, l’ho scritto ancora, ora mi si alza il colesterolo del blog 🙂

Piccola nota: per me la panna da montare e’ solo quella fresca, quella che la compri e devi scappare a casa per metterla in frigo e non interrompere la catena del freddo, quella che ti dà il patema d’animo quando la assaggi prima di montarla (perche’ se qualche negoziante furbo l’ha interrotta la catena del freddo, puo’ essere andata a male prima della scadenza), quella che in alcune zone e’ quasi impossibile da trovare e se la richiedi ti guardano con un eloquente sguardo interrogativo indicandoti la hop hop nello scaffale :))

Ing: Per la pasta choux

150 g di farina 00

100 g di burro

250 ml di acqua

un pizzico di sale

3 0 4 uova

Per la farcitura:

mezza dose di crema pasticcera

250 ml di panna fresca

3 cucchiai di zucchero semolato (o a velo)

cc

Preparare la pasta bigné: mettere sul fuoco (a minimo) una casseruola con l’acqua, un pizzico di sale ed il burro, portare a leggera ebollizione. Versare tutta d’un colpo la farina setacciata e mescolare velocemente con un cucchiaio di legno.

Far cuocere per qualche minuto sempre mescolando, fino a quando l’impasto non avrà formato una palla che si stacca dalle pareti.

Togliere dal fuoco e far raffreddare (o almeno intiepidire). Nel frattempo mettere in freezer la ciotola e le fruste con cui montare la panna.

Accendere il forno a 180 gradi.

Riprendere l’impasto di farina e burro ed aggiungervi un uovo alla volta “non aggiungere il successivo prima che il precedente sia completamente amalgamato” (virgolettato perchè è una frase storica, come “l’Italia è fatta facciamo gli italiani” :)).

Attenzione, perchè non sempre il quarto uovo è necessario, l’impasto deve essere abbastanza morbido da poter essere spremuto dalla sac-à-poche, ma non troppo lento, sennò i bigné si siedono 🙂

Ora rivestire con carta forno una placca: riempire con l’impasto, lasciandone da parte un po’ per i colli, la sacca (che avrete preparato con una bocchetta larga liscia), con l’aiuto di un cucchiaio bagnato (tenete a portata di mano un bicchiere pieno d’acqua in cui inumidirlo di volta in volta).

Spremere il composto in mucchietti distanziati larghi circa 4 o 5 cm, cuocere per circa mezz’ora (aspettate che il bignè diventi ben dorato, o si sgonfierà all’uscita del forno).

Usare la siringa con una bocchetta piu sottile per formare i colli dei cigni (disegnate idealmente un punto interrogativo).

Lasciar raffreddare i bigné, tagliarli a metà; tagliare il cappello ottenendo due parti uguali che saranno le ali, poi farcire al parte inferiore con un velo di crema pasticciera, aggiungere la panna montata spremuta dalla sac-à-poche, e comporre i cigni sistemando le due ali ed collo.

Ora, non mi dite che e’ una ricetta un po’ kitsch – o peggio – datata, senno’ mi ricordo quanti anni ho e mi deprimo :))))

Ci si rilegge la settimana prossima, quando saro’ tornata da un posto di cui ho già nostalgia :), e della cui bandiera ho – davvero involontariamente – usato i colori in questo post. Se non dovessi farmi viva, chiedete a LEI di cercare una ciboulette clocharde sulle rive della Senna, che finge l’amnesia totale pur di non tornare indietro!

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34 Comments on “La planetaria della mia infanzia”

  1. Ho el alcrime agli occhi!!!Anch’io ho un ricordo d’infanzia legata alla panna:il nonno portava ogni giorno a casa del latte fresco direttamente dall’azienda agricola in cui lavorava..la nonna scremava il latte e poi ci montava la panna con le fruste a mano(presente quelle con la manovella manuale?).Noi bimbe assistevamo a quel miracolo di nuola montata con un’acquolina!Impareggiabile quel sapore, altro che hopla….
    Bellissimi davvero questi cigni!Bon voyage cherie!

  2. Anche a me la panna montata ricorda l’infanzia, soprattutto sul gelato.., nocciola, cioccolato e panna montata…, passata una certa età poi la panna montata non la metti più sul gelato…, diventa “da bambini”, che bei ricordi.., adesso, anche volendo.., niente da fà…

  3. ma che meravigliaaaaaaa di post…io mi riocrdo mia mamma che faceva cose strane con il sifone…mai capito cos’era e a cosa serviva…sei troppo magica a fare i cignetti pannosi a casa!! un bacione

  4. potrei stare male, quella tazza di panna me la mangerei tutta, direttamente con la paletta.
    non credo che tu soffra di amnesie, dato questo bellissimo racconto ahahahah
    però credo pure che l’amnesia la potresti fingere e posizionarti in quel di Parigi con la cummari bedda
    donne pensatimi solo un pochino così saremo insieme *

  5. Laura dell’Antro dell’Alchimista proprio ieri parlava dei cigni con la panna.
    Che strage pennuta che ho fatto nella mia vita…. hehehehehe
    E che bello il tuo ricordo della planetaria della panna 😀

  6. Bello, ma tanto…la panna montata fa anche parte della mi infanzia, ancora più lotana della tua, solo in estate potevo permettermi di mangiarne cucchiaiate, dal carretto che vendeva i gelati (Battisti ne cantava una meravigliosa canzone) e la planetaria era solo fantascienza…
    buon vaggio, dormi sopratutto bene perché avrai da camminare.
    Baci

  7. @Saretta
    tua nonna scremava il latte??? Incredibile….il frullino con la manovella lo aveva (e lo ha ancora) mia madre, e ci ho provato le prime volte ad usarlo, ma era un massacro!!! 🙂 Fortuna che non avevamo la planetaria, ma da un certo punto in poi almeno lo sbattitore si!! Un bacio!

    @Elga
    non ti dico la fatica per restistere alla tentazione di tuffarci subito il dito dentro :))

    @chef marco
    la memoria rende ancora più dolci certi ricordi…. :))

    @berny
    ti pensavo mentre pubblicavo il post…questo è uno dei più vietati per te 🙁 PS: da questopunto di vista io sono bloccata all’età del ricordo di cui parlo nel post 😀

    @lo
    ma allora avevi una mamma all’avanguardia!!! :)) Bacioni!

    @Claudia
    ok, ti cedo la tazza con la paletta e mi tengo la coppetta col cucchiaino blu, e ci facciamo del male insieme!!!! :)))
    La memoria funziona quando vuole, e soprattutto quando la guida la gola! Ti penseremo tanto tanto!!! Buona notte…. :***)

    @twostella
    grazie cara….in bocca al lupo anche a te se parteciperai, nel caso lo vedrò la settimana prossima!

    @jajo
    pure io, ed ancora oggi li gradisco 100 volte di più dei pennuti veri!!! :)) Ciao!

    @panettona
    ciao cara maestra pasticciera, un bacio!

    @mariluna
    ora immagino il carretto dei gelati d’estate nel tuo paese…..e mi immedesimo in te che mangi la panna a cucchiaiate!!!
    Dormire? Vado a fare la valigia!!!! Un abbraccio!

  8. Bellissimo racconto,stessa cosa per me,ricordo un profumo di cannella e vaniglia,il cono di panna che compravo a Milano in una latteria sotto casa dei nonni ..Ma esistono anocra le latterie? ;-(
    Un abbraccione e buon viaggio!

  9. che dolcezza e struggimento certi ricordi… anch’io “quel” gelato di allora, col nonno, non l’ho più mangiato… giallino per le uova “vere” con i puntini della vaniglia. c’era un’unico gusto, lì… ora non potrei davvero più mangiarlo, starei male. ma forse è meglio così per lasciare intatta quella meraviglia e evitare delusioni…
    ciao cipollina

  10. Ciao mi ha fatto scoprire il tuo blog Jajo proprio qualche minuto fa! Quanti ricordi in questo post …. il cono di panna montata spolverata di cannella che mi prendeva sempre la zia nella latteria del paese proprio in questa stagione. Bè non ho mai mangiato un cono di panna montata così buono o forse è solo il dolce e affettuoso ricordo a farlo sembrare unico … poi sono cresciuta e di colpo eccomi agli anni del liceo quando la domenica pomeriggio con la mia amica si andava nella pasticceria del nostro paesino (nel frattempo la latteria aveva chiuso) per far merenda con soficissimi cigni di pasta bignè con la panna …. che ricordi !!!!
    Tu li hai rifatti, bravissima! Io ho invece un po di timore/pigrizia a lanciarmi in questa impresa.
    Complimenti al blog e ti linko subito al mio. Buona serata Laura

  11. Ciao Elvira2, insomma la panna è stata ora la tua “madelaine proustiana”… Sono sempre belli i nostri ricordi infantili, Specialmente quelli legati al cibo hanno un “sapore” particolare.
    Un abbraccio e se non fosse perché nel mio soggiorno sivigliano sono ingrassata due chili che devo togliere prima che diventino tre, farei i tuoi magnifici cigni pieni di candida panna. Panna che mi ricorda ogni volta Giorgio Gaber e al sua stupenda canzone sulla noia e lo shampo…

  12. cibou, in un post primaverile, mi dissi che abbiamo in comune di non essere chiaccherone…..
    ma mi pare che compensi benissimo con lo scrivere…salutami Marilù con un bacio…e…….RITORNARE!!!

  13. Bellissimo sia il racconto che il cigno che à il dolce che ami di più in assoluto (e non ne amo molti). Ti immagino ora nella magica atmosfera della Ville Lumiere davanti a una crepe suzette o a un soufflè au chocolat..Aspetto un racconto al tuo ritorno.Baci
    Zetagi

  14. A TUTTI
    aaaarieccomI!!!!!

    @Lory
    Da noi molti bar sono “latterie” nel senso che vendono il latte, le latterie ora si chiamano “caseifici” ma resistono!!!
    Un bacione, Lory, il viaggio è stato ottimo, grazie!!!

    @Alex e Mari
    ma i cigni mica sono scomparsi dalle pasticcerie italiane….sono solo un po’ fuori moda…. :))
    Sono tornata da poche ore, ho tante idee da rimettere in ordine..un bacio!

    @obrizoperla ha detto…
    Il gelato è un altro dei ricordi di quel bar, c’erano 4 gusti addirittura!! Ma io prendevo sempre caffè e panna 😀
    Sei anche tu intollerante ai latticini?:(

    @Uvetta
    Sono tornata, e invidio la me di ieri!!!! 😛 Quanto avrei voluto avere più tempo….ciao uvetta!!!

    @berny
    :*) Ti penso sempre con un po’ di senso di colpa, visto che sono una latte-dipendente!

    @Dany
    come vorrei che fosse più vicina Patrizia, l’abbraccerei più e più volte!!! Grazie, un bacio grande…….

    3/10/08 15:34

    @ L’Antro dell’Alchimista
    ciao LAura, anche io ho letto di te grazie a Jajo e mi sa che devo venire a farti una visita 🙂
    Anche tu come Lori mi parli della cannella spolverata sulla panna del gelato….da me non si usava, ma che delizia!!! :))

    @Gunther
    grazie :)))

    @la cuoca itagnola
    mi ricordo la canzone ma non dove parla della panna!!! Non capisco perchè i kg son cosi facili da mettere e cosi difficili da togliere, che noia!!! Io pure devo impegnarmi, stop alla panna per unpo’ :))
    Un abbraccio Marina!

    @sciopina
    dolce e…calorico 😛 Ciao!!

    @ astrofiammante ha detto…
    non me lo ricordo, devo ritrovarlo, ma si, ci hai preso, mi trovo molto meglio a scrivere che a parlare 😛
    Manderò un bacio a Mariluna, ma solo volante purtroppo 🙁
    Ciao!

    @ Mikamarlez
    grazie cara….devo venire a vedere come butta in Padania!!!

    @zetagi
    be’ l’atmosfera con due piedi che dolgono da morire per il troppo camminare non è proprio romantica 😀 ma volevamo vedere troppe cose…..si, vabe’ c’è stata anche l’atmosfera romantica!
    CI sentiamo, per ora bisous a non finire 🙂

    @ NIGHTFAIRY
    Anche io rimando e rimando, ma quando arriverà sarà più apprezzata visto che è stata tanto desiderata, no??? Un bacione!!!

    @Paola
    grazie..sigh, sono già tornata… 😛 Ciao!!

    @Aiuolik
    ciao! Sai che mi sono dimenticata di scrivere sul post che li ho sempre chiamati papere!! Solo più tardi ho capito che cigni era più appropriato 😀

  15. Ben arrivata a casa…grazie tantissimo a te e le belle cose che mi hai detto. E’ stato un grande piacere rincontrarti-vi.
    Avrai di sicuro da raccontare i breve ma intenso soggiorno qui. Impaziente sono di leggere le tue impressioni.
    Ti abbraccio affettuosamente e buona notte é tardi.

  16. beeeeellliiii questi cigni!! e bellissimo il tuo racconto! certo… se sei abituata alla panna montata a vista immagino la visione della hop hop che brividi ti faccia venire 😛
    un baicone grandissimo e in bocca al lupo! 😀

  17. @camalyca
    pure io, devo far presto a cambiare post, senno’ sbavo ogni volta che apro il blog 😀

    @mariluna
    sai che mi sono accorta che non ho fatto quasi foto di cibi….ahh ah, postero’ i panorami!!! Vi abbraccio sempre tutti insieme :)))

    @Lory
    provo a scrivere qualcosa sperando di non essere noiosa…baciiiiii!!!!!

    @fiordisale-comitato
    la lettura del vostro blog mi e’ mancata!!!! Grazie e in bocca all lupo anche a te :))

    @Viviana
    hai capito benissimo……per me la hop hop e’ una di quelle invenzioni moderne che poteva essere evitata :))
    Un bacio!!

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