La piadina less-is-more

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Da quando è nato Daniele, che poi più o meno coincide con il da-quando-siamo-a-Roma, tanti pezzi che compongono il puzzle della settimana si ripetono spesso con una rassicurante routine: pizza (casalinga, in teglia) il sabato sera, con impasto abbondante in modo che ne resti un po’ anche per la domenica sera (il che vuol dire, che non cucino!).

Quando non preparo la pizza del sabato sera, la cena della domenica è destinata quasi sempre alle piadine – classicissime stracchino-crudo-rucola – che a volte compro (sì, sì, quando non c’è proprio tempo di cucinare le compro, cercando quelle senza schifezze e all’olio d’oliva), e più spesso preparo in casa, perché non ci vuole molto, e danno più soddisfazione. E poi restano la mattina dopo per essere spalmate di marmellata a colazione, vuoi mettere!

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Di ricette ne esistono tantissime, qualcuna prevede il lievito, qualcuna il bicarbonato, altre entrambe: io ne ho provate diverse, e poi mi sono fermata su quella di Silvia di moglie da una vita, perchè è una delle più semplici, farina, strutto (questa volta olio per me), sale e acqua, ed il risultato è ottimo. E poi quelle bollone che si gonfiano mentre la piadina cuoce mettono proprio allegria!

Sul suo post c’è anche un excursus istruttivo sul come/dove mangiare le piadine in Romagna, da portarsi dietro assolutamente se si va da quelle parti (e prima o poi capiterà anche a me).

Io ho deciso di farci un post, anche se le foto sono fatte col cellulare e sono un po’ indegne, perché non è possibile che le ricette che ho adottato e fatte mie, e che consiglierei agli amici, non compaiano sul blog. Non è questo l’unico caso, prima o poi riuscirò a postare tutte le mie ricette mai-più-senza prese dagli amici blogger.

Per la ricetta quindi potete andare direttamente da Silvia, io la riporto qui:

PIADINA ROMAGNOLA

Ing:

500 g di farina (uso la farina 0)

100 g di strutto (ho usato olio extra vergine)

3 cucchiaini di sale

150 g di acqua (regolarsi con l’impasto)

 

Impastate la farina con lo strutto (o l’olio, nel mio caso), il sale e l’acqua aggiunta poco a poco (Silvia comincia a impastare nella planetaria lo strutto e poi aggiunge la farina): impastate fino ad ottenere una consistenza liscia ed elastica, mettete la palla in un sacchetto di plastica o avvolgetela nella pellicola, e mettetela in frigo. Potete tenerla anche per più tempo, (fino a due giorni).

Dividere l’impasto in palline di circa 100 g (io le faccio un po’ più piccole perchè altrimenti una volta stese ci starebbero un po’ strette nella mia padella) e stenderle sottili, infarinando se necessario.

Riscaldare la piastra o la padella antiaderente sulla fiamma al massimo (non di Teflon consiglia a ragione Silvia, ma la mia, ahimè lo era) e cuocere le piadine una alla volta. Cuociono molto velocemente.

Dopo averle farcite io le piego e le ripasso qualche secondo in padella, voi scatenate la fantasia!

 

 

 

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