In Veneto, una cena da gourmet e una roba da bambini!

PESTAREI AL LATTE

A volte mi chiedo se c’è troppa baresità qua dentro. Mi chiedo se non abbia trasformato un blog di esperimenti culinari e di curiosità gastronomiche in un angolo orgoglioso e arroccato della città (e della regione) da cui provengo.

Rispondere a questa domanda non mi sembra vitale a dire la verità, e piuttosto che buttar giù tutte le cose inutili che invece avevo pensato di scrivere sul piacere di scoprire che forse così non appare a chi legge (non c’è bisogno ogni volta di fare la genesi di un post, ecchèèèèè!) , vi faccio una segnalazione che mi sembra interessante 🙂

Il 30 aprile, a Treviso, presso la Villa Marcello Giustinian, si terrà un evento enogastronomico nell’ambito della rassegna “Cena di note”, un ciclo di serate organizzate (anche) dal Corriere Veneto e dalla rivista Papageno per unire l’alta cucina del Veneto alla sua importante tradizione musicale.

Il menu sarà ispirato al gastronomo (e attore) Giuseppe Maffioli, che ha avuto tra l’altro il merito di individuare l’origine del tiramisù proprio a Treviso all’inizio degli anni 70 (decisamente un’invenzione che ha migliorato la vita dell’umanità! Un’altro articolo interessante is here), e sarà realizzato dagli chef veneti Davide Gobbo (della stessa Villa Giustinian) e Filomeno “Mimmo” Salerno del Relais Monaco (Ponzano Veneto).
La parte musicale è invece dedicata alla soprano veneta Toti dal Monte, ed è curata dal direttore d’orchestra veneziano Alessandro Tortato, che accompagnerà al pianoforte Francesco Grollo – tenore – e Alessia Nadin – Mezzosoprano.
In tutto cio’, io sono un bel po’ lontana dal Veneto, e sicuramente mi sarà difficile passarci nelle prossime settimane, dovro’ accontentarmi di seguire a distanza l’evento che pero’ mi sembra davvero interessante e ben organizzato…..se siete vicini, pensateci!

Da quando la rivista Papageno si è messa in contatto con me per parlarmi di questo evento, mi sono resa conto che la mia ignoranza sulla cucina veneta e istriana è pressochè abissale…..ecco perchè ho passato parte degli ultimi giorni a cercare di colmare le mie lacune (se qualcuno ha fatto l’associazione mentale lacune-lagune si vergogni, subito, come ho fatto io 🙂 almeno teoricamente: risi e bisi, fegato alla veneziana, baccalà mantecato, bene o male mi suonavano familiari, ma la cucina regionale non è mai stilizzata come la si dipinge, quella italiano soprattutto si rivela sempre estremamente sfaccettata, e cercando cercando sono incappata nei presidi Slowfood della regione Veneto.
Tra questi c’e’ il mais bianco perla, dal quale si ricava la farina per la polenta bianca: usata oggi soprattutto in abbinamento con il pesce, ha fatto parte fin dagli inizi del secolo scorso della dieta, anche quella povera, delle popolazioni del veneziano e del trevigiano.
Questi pestarei sono quanto di più semplice potessi trovare, il fatto che si preparassero soprattutto per i bambini me li ha resi immediatamente simpatici 🙂

In questa tenerissima raccolta (pdf) di racconti di bimbi in dialetto veneto, a pag. 82, sono appunto citati i pestarei, che il nonno di uno di questi bimbi mangiava con il latte appena munto. Peccato che la farina bianca quaggiù sia introvabile (ma cio’ non vuol dire che rinuncero’ a cercarla), io per questa volta ho utilizzato una farina fioretto.

Ho preparato una polentina con 200 g di farina versati a pioggia in 600g di latte + 150 g di acqua portati ad ebollizione, cuocendo pochissimo, circa 15 minuti (non conosco invece i tempi di cottura della farina bianca) sempre rimestando con il cucchiaio di legno: su un altro fornello ho messo un pentolino di acqua bollente per aggiungerla quando la polenta si induriva troppo.

La polenta va versata in una scodella quando è ancora bollente, e ci si versa sopra del latte FREDDO (questa cosa mi è piaciuta assai). Io l’ho gustata sia così, appena fatta, che come appare nela foto, fatta rassodare, porzionata e poi riscaldata, sempre con aggiunta di latte freddo.

Siccome sono una golosa impenitente, l’ho spolverata di cassonade chiara (in secondo piano) e di zucchero semolato e cannella (in primo piano): fotografata e mangiata…a colazione naturalmente!

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21 Comments on “In Veneto, una cena da gourmet e una roba da bambini!”

  1. anche la mia nonna che era di padova mangiava polenta e latte, era per lei tra i piatti preferiti! La polenta bianca la trovo in alcuni mulini e cuoce con gli stessi tempi della gialla! un bacione

  2. Da napoletana a barese, ti dico che anch’io sono molto ignorante riguardo la cucina veneta, anzi riguardo la cucina del nord Italia. E’ da poco che sto cominciando a conoscerla un pò.
    Leggendo la ricetta mi è venuto in mente che questi pestarei ricordano un pò gli gnocchi alla romana in versione dolce o sbaglio?
    La settimana prossima sono giù, vuoi che guardi se a Milano c’è questa farina bianca?
    Baciiii

  3. Hai sempre torvate molto originali! veniamo sul tuo blog ogni volta cuoriosissime di scoprire le tue ricette, consigli e novità!
    Riscopri sapori di un tempo, ma reinventi anche nuovi piatti!
    ecco..se non l’avessi ancora capito abbiamo davvero una grande ammirazione per te!
    un bacione

  4. non ho mai pensato alla polenta come a qualcosa da servire in versione dolce per colazione…questa volta mi hai veramente stupito
    Un bacione
    fra

  5. ma braaava! La mia nonna mi raccontava sempre che la polenta “ai suoi tempi” si mangiava a colazione, pranzo e cena!

    Il pidieffino me lo scarico subito, so già che mi piacerà!

  6. @Lo
    infatti ho letto da qualche parte che ci volevano 40 minuti di cottura!!Fortuna che la fioretto si e’ cotta in molto meno tempo 🙂
    Che belle le nonne, io ho avuto solo quelle “degli altri” e mi piace sentirne parlare!

    @Lydia
    e se ti dicessi che conosco gli gnocchi alla romana solo dalla teoria dei libri di cucina??? 😛
    Grazie carissima, ma non preoccparti, so che da qualche parte la trovero’, non ho avuto tempo di cercare! Piuttosto..ricordati che in settimana sono piuttosto vicina alla tua zona!! 🙂

    @manu e silvia
    ragazze, siete troppo care, ma mi fate arrossire tuttaaa!!! La curiosita’ in cucina e’ tutto, e voi lo sapete! VI abbraccio!

    @Fra
    e sai cosa mi ha stupito? Il fatto che e’ stata la cosa piu’ naturale del mondo mangiarla a colazione!!!

    @Gunther
    la cassonade (quella belga) sia bruna che blond ha un profumo e un sapore favolosi!!!Rischio di mangiarle a cucchiaini!

    @Elga
    grazie Elga! Ti abbraccio! 🙂

    @LaGolosastra
    erano tempi duri, ma il piacere del cibo riusciva anche allora a trovare degli spiragli….mer me quel pdf e’ di ardua comprensione, ma e’ troppo simpatico!!

    @Aiuolik
    da Cagliari a Treviso in un balzo….anche la mia curiosita’ e’ cresciuta leggendo un po’ della cucina veneta!

    @Micaela
    credo che questo sia dovuto al fatto che si tratta di un piatto povero conosciuto per lo piu’ dalle nonne, e invece i tuoi nonni (come i miei) sono un bel po’ piu’ a sud! 🙂

  7. evvvvvaiiiiiiiiiiiiii, brava Cibouuuu…entra a far parte dei nostri ;-)) la polenta l’ho vista mangiare così dalla mia nonna…e a dir la verità pensavo fosse una sua stranezza…ora vengo qui da te e scopro che invece….è tutt’altro.
    Mi hai fatto ricordare anche di “papageno” che avevo perso di vista…anche se,Astrofiammante non dovrebbe certo dimenticarlo….( il flauto magico di Mozart) buona polentina allora, bianca o gialla la cottura è uguale, bacio!

  8. Polenta e latte era la colazione standard di quasi tutti i contadini veneti. La ricetta che qui proponi è dell’alto trevigiano ma non cambiava di molto in giro per la regione.
    La cottura della polenta bianca è come per la gialla, 45-50 minuti sempre rimestando. Se non trovi biancoperla in giro dimmelo che te ne mando un pacco, ne ho comprata anche sabato scorso 🙂

  9. @astrofiammante
    guarda, io la sto continuando a mangiare con gusto, ti assicuro che tua nonna, e tuti gli altri nonni veneti, riuscirono davvero a trarre il meglio dal poco che avevano!! Papageno non la conoscevo,è una bella rivista!

    @Stefi
    non serve mai guardare indietro con rimpianto, ma mantenere la memoria si, assolutamente….ciao!

    @Elisabetta
    forse la farina fioretto asorbe molto più liquido della normale farina di mais, perchè con quel quantitativo di liquidi non avrei potuto prolungare la cottura oltre il quarto d’ora….sei gentilissima, Elisabetta, ti ringrazio tanto, ma da qualche parte tra Napoli e Bari spero proprio di trovarla…grazie per le informazioni!!! 🙂

  10. Posso dire solo una cosa?.. Anche se dovesse esserci davvero tanta baresità, come dici tu, va benissimo lo stesso! Mica vogliamo i blog omologati e tutti uguali con il marchio CE! E’ così bello avere per le mani un blog verace!..
    POlenta calda e latte freddo?.. Questa mi mancava comunque!
    Un bacione!

  11. Era proprio la colazione dei nostri vecchi!! Polenta calda, zucchero latte freddo. Oppure polenta fredda (anche abbrustolita) zucchero e latte caldo. Alla faccia dei corn-flakes!!!
    Grazie della segnalazione, sono della zona e il Relais Monaco lo conosco bene (dai tempi in cui si chiamava Relais el Toulà del mitico Alfredo Beltrame)Grazie!!

  12. @Rossa di sera
    il marchi CE!! Ah ah, mi hai fatto troppo ridere! Hai ragione, anche di te mi piace il fatto che sei legata alle tue origini ma anche aperta al mondo… 🙂 Ciao!

    @Valina
    Ma grazie!!!!! Sei stata molto carina!!!

    @Alex
    che bello che mi stiate confermando che era la colazione di un tempo, è come se sentissi questo post ogni volta un po’ più vivo….guarda, io i corn flakes non riesco più a mangiarli, invece questa polentina l’ho mangiata mattina e sera, mi sa che me la rifarò, e pure presto!
    Mi fa piacere che la segnalazione possa essere utile!!!!!! Ciao!

  13. ricordo, sì, i pestarei. la mia mamma me ne parlava (e qualche volta me li ha pure fatti). grazie per la segnalazione! buffo averla da tanto lontano, io che sono vicina a quei posti! ;-))

  14. Infatti la fioretto (sia bianca che gialla) ha una cottura più rapida, tra l’altro è ottima anche per preparare torte e dolci secchi.
    La produzione di biancoperla non è enorme, prova a contattare il responsabile del presidio per sapere dove viene distribuita fuori dal Veneto, oppure uno dei produttori (io di solito compro quella di De Tacchi, lo trovi in internet)

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