Quali proprietà benefiche ha il topinambur? Tante, grazie al suo alto contenuto in vitamine, in aminoacidi e in sali minerali: non so esattamente quale di questi elementi mi abbia sollecitato il neurone collegato alla riserva di riso, quella che faccio ogni anno in Calabria, e che però consumo molto lentamente, per motivi ignoti. Del riso di Sibari ho parlato altre volte sia qui sul blog che, più recentemente, su Gastronomia Mediterranea, per cui ho già detto a sufficienza quanto sia buono: quest’anno ho trovato anche l’integrale, che tentennavo ad usare più degli altri a causa del lungo tempo di cottura, che me lo faceva escludere dai candidati risottiferi (ho una certa idiosincrasia anche per le minestre di riso, zuppe, etc., ci saranno certamente motivi inconsci che lascio volentieri dove sono). Invece qualche giorno fa sono capitata su un post di Stella di Sale, che con il riso integrale ci aveva fatto proprio il risotto: ovviamente un risotto con tempo di cottura quasi di un’ora, ma sempre risotto, allora qualche sera fa mi son presa il tempo e ci ho provato.
Un paio di confessioni:
1. La maggior parte delle volte che faccio un risotto non ho a disposizione il brodo e non ho tempo di farlo, per cui uso l’acqua, come è capitato in questo caso.
2. Non sto incollata alla pentola a girare in continuazione: soprattutto per questa cottura lunga, mi assicuravo che ci fosse liquido a sufficienza per potermene “dimenticare” per almeno 10 minuti e fare altro nel mentre.
La ricetta e semplice, e unisce un tubero delicato come il topinambur (per chi non lo sapesse, è tra la patata e il carciofo) ad uno chèvre, usato in modica quantità, almeno per me che trovo il suo sapore un po’ forte.
Ah, se vi steste chiedendo come viene fuori un risotto col riso integrale, se magari è poco piacevole al palato, o ha un sentore forte e troppo “grezzo”, nulla di tutto ciò: tralasciando la foto, che ho fatto con il riso intiepidito e fatto raffreddare nell’anello (quando c’è un bimbo non è che gli si può dire amore-di-mamma-aspetta-che-scatto-una-foto), abbiamo mangiato un risotto all’onda perfetto, in cui il sapore del riso non prevaleva assolutamente sugli altri ingredienti (provata anche la versione chèvre-free 🙂 .
RISOTTO INTEGRALE TOPINAMBUR E CHEVRE
Ing:
300 g di riso integrale
300 g di topinambur
60 g di chèvre (formaggio di capra)
mezzo scalogno pelato
la parte verde di un porro
Olio extravergine
Brodo vegetale (o acqua)
mezzo bicchiere di vino bianco secco
sale
Riscaldate circa 1 l di brodo vegetale portandolo a bollore, o se non ne avete, usate della semplice acqua salata, come ho fatto io.
Pelate i topinambur, lavateli e tagliateli a dadini. Tritate il porro e lo scalogno e metteteli a rosolare dolcemente in una casseruola, insieme a 3 cucchiai di olio extravergine, poi aggiungete il riso e i dadini di topinambur e fate rosolare il tutto per qualche minuto, mescolando con un cucchiaio di legno fino a quando i chicchi di riso non saranno diventati traslucidi. Sfumate con il vino bianco e fatelo evaporare a fuoco vivace, poi abbassate nuovamente la fiamma.
Aggiungete l’acqua, un paio di mestoli per volta, e mescolate affinché il riso non si attacchi al fondo. Se aggiungerete ogni volta acqua sufficiente perché il livello stia leggermente sopra il riso, non sarete costretti a mescolare in continuazione.
Calcolate che il riso integrale ha bisogno di un’ora di cottura quasi intera, quindi assicuratevi di avere acqua (o brodo) a sufficienza. Quando il riso sarà cotto mantecate con lo chèvre tagliato a pezzetti, e a piacere con un po’ di latte.
non amo il topinambur, storia iniziata male, la nostra. ma amo il riso e i risotti e l’integrale e tutti. tranne il parboiled. sto riscoprendo anche il riso all’onda e non ho mai provato il riso di sibari. baci tanti
Silvia, purtroppo il riso di Sibari non si trova facilmente fuori regione. Se non lo avessi trovato lì questa estate non so se avrei avutto il coraggio di comprare il riso integrale, che invece è buonissimo, in effetti! Bacioni 🙂
PS: l’ultima volta che ho comprato il parboiled è stato per un lancio matrimoniale, non macchia gli abiti con l’amido 🙂