Il mio taboulé (con il grano tutto intero :)

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Siamo a fine giugno eppure non posso dire di essere entrata in pieno nel vortice della frutta estiva: sarà che ne ho trovata poca dolce e matura, sarà che la mia pigrizia nel mangiare la frutta sta tornando ai massimi livelli, ma ne ho mangiata davvero poca.
La settimana scorsa però mi hanno regalato delle albicocche dolcissime e mature, alcune quasi con un piede nella fossa, tanto per essere chiara, ma proprio per questo il loro livello zuccherino era molto alto.

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Sono finite quasi tutte in marmellata (comincerò a venderle queste marmellate, perchè mi piace tanto farle, riempire vasetti e stiparli nell’affollatissimo ripostiglio, ma ne consumo quantità irrisorie), ma tra quelle che si sono salvate dal destino zuccheroso alcune sono finite in questo tabloulé di grano profumato, leggero e sufficientemente estivo, anzi, direi sfacciatamente estivo.
Il taboulé è un nome francese che richiama il tabbuleh libanese (letto da Jean-Michel , che mi ha risolto un po’ di confusione che mi ero fatta) che è una preparazione base di bulgur letto anche grano spezzato, da qui l’inutile titolo :)), ed è solitamente salato: l’idea di farla dolce l’ho presa da un libro di ricette “light” arrivato l’anno scorso dritto dritto dalla calabrese parigina, mi attirava molto anche se non avevo idea di quale sarebbe stato il momento giusto per mangiarlo. Dopocena? A merenda? Al posto del pranzo? Be’, io l’ho spazzolato di mattina subito dopo averlo fotografato, e anche un po’ in una velocissima merenda, voi fate come ve gusta :))
Come si può intuire dalla foto, il mio grano era proprio grano nature, di quello che poi finisce al mulino per essere macinato e setacciato: i chicchi sono marroni perchè hanno ancora il loro rivestimento, con tutte le fibre e le proprietà annesse. Non so davvero se si trovi in commercio (questo l’ho giustappunto sottratto ad un sacco che è finito al mulino), ma per questa ricetta può andare benissimo anche il grano che si trova comunemente (vi sento che dite “comunemente?????dove???????), dicevo, che si trova comunemente al naturasì, insieme ad altri simpatici sacchetti contenenti granaglie che non avete mai sentito nominare in vita vostra (per me l’amaranto era solo una sfumatura di rosso 🙂
Visto che l’atmosfera era mediorientale, ho finalmente aperto la bottiglietta di acqua di rose, che, non essendo io abituata all’uso nei cibi, temevo mi avrebbe fatto un effetto terribile, tipo quello del coriandolo, invece no, mi è piaciuta tantissimo, tanto da aggiungerla a più riprese.

L’olio di nocciole, arrivato sempre dalla cognata spacciatrice, può essere omesso o sostituito con un olio extravergine leggero.

Inutile dire che potete sbizzarrirvi con tutta la frutta estiva (lascerei perdere l’anguria), sempre che la troviate matura e dolce, io la vedo perfetta anche per dei mini bicchierini da aperitivo 🙂
TABOULE’ DOLCE DI ALBICOCCHE

Ing per 2 porzioni
100 g di grano cotto

2 albicocche mature denocciolate e tagliate a pezzi.

1 cucchiai di zucchero

2 cucchiai di acqua di rose

una manciata di mandorle a filetti

un cucchaino di olio di nocciole

Cuocere il grano (non si puo’ assolutamente usare quello già cotto che vendono per la pastiera) secondo le indicazioni del sacchetto: io ho lasciato a bagno i chicchi per 8 ore e poi li ho cotti in acqua bollente per circa 30 minuti, devono essere al dente ma non duri.

Scolarlo e farlo raffreddare, poi aggiungere tutti gli altri ingredienti, mescolare velocemente e conservare in frigo fino al momento di servire (piu’ riposa e più diventa buono, ma l’aspetto tende a peggiorare, quindi se dovete offrirlo agli ospiti direi di anticipare al massimo di 1-2 ore).
APRICOTS SWEET TABOULE’

Ing for 2 servings100 g of cooked wheat
2 ripe apricots, pitted and cut into pieces.
1 tbs of sugar
2 tablespoons rose water
a handful of sliced almonds
1 teaspoon of hazelnut oil

Cook the wheat grains (you can not absolutely the cooked wheat in sold in glass jars for the “pastiera”). Ihave put to soak the greans for 8 hours and then I have cooked them in boiling water for about 30 minutes, must be a little undercooked.
Drain and let cool, then add all other ingredients, mix quickly and keep refrigerated until ready to serve (the more it rests, better it becomes in flavor, but the aspect tends to get worse, so if you offer it to guests I sggest to anticipate maximum 1-2 hours).
This sweet taboulé is perfect for the breakfast but also served in a brunch.

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20 Comments on “Il mio taboulé (con il grano tutto intero :)”

  1. Genny, infatto mentre pubblicavo le mie ho visto le tue ed ho pensato alla coincidenza! Penso più alla prima che hai detto che alla seconda, io sono ancora prudente nel mettere la frutta ovunque, ma tu pubblica il tuo post e magari mi lancio!

  2. Se non sai cosa farne delle marmellate manda pure alla regina delle crostate che ne fa un gran uso….
    Ieri, oltre alle fragole di policoro ho comprato le pesche saturnine: una figata pazzesca!!!!
    Bacioni

  3. A prima vista, credevo fossero lenticchie!
    In medioriente usano molto queste insalate dolci di frutta che secondo me sono buone, ma bisogna trovare una localizzazione (come dici tu, a che ora mangiarle?). Io ho risolto il problema: le preparo solo per me e le mangio quando mi pare, così evito le solite domandine del tipo “ma che è, come si mangia?”.

  4. e dimmi dimmi cibou, ma quanti decenni deve cuocere il grano intero? e ancora: visto che hai acqua di rose devi provare il lassi (sempre che tu non l'abbia già fatto), che io adorissimo!
    Daniela

  5. @Lydia
    infatti la prossima volta mi sa che nella tua leggerissima valigia finisce pure un vasetto di marmellata (anche se poi quendo le regalo temo sempre che non piacciano :P)

    @Dodo
    vedi che senza sapere ho attuato la tua stessa soluzione al problema???? :))

    @Daniela
    meglio che non te lo dica! MA no, l'ho scritto, posso confessare, direi almeno mezz'ora 🙂
    Il lassi e' in lista da anni, ed hai ragione, ora mi devo decidere 🙂

    @Reb
    Ciao e benvenuta, sono sicura che ti piacera' 🙂

  6. Il mio albero di albicocche quest'anno ha fatto del suo meglio…Il risultato è che abbiamo regalato albicocche a destra e a manca, perché, con i miei viaggi, il tempo di fare la marmellata non c'era proprio (in compenso la vicina l'ha preparata per noi!). Ora ho ancora qualche albicocca più o meno sana in frigo, dovrò inventarmi qualcosa al più presto!

  7. ci stavo pensando anch'io di fare un cous cous dolce … in questo momento figurati che sto mangiando tabulé e per frutta ho un'albicocca ora provo subito l'insieme tanto lo so che sarà delizioso come il tuo.

    Ps: nominata? e da chi ora mi hai messo la pulce nell'orecchio Cibou! 😛

  8. Eheh, sei troppo buffa, mi diverto un sacco a leggerti 🙂
    Ho imparato diverse cose in questo tuo post (non ultimo il fatto che è stata una buona idea fare la tessera da naturasì). Ammetto di avere qualche problema con le granaglie *nature*: sai che ho cominciato soltanto quest'anno con l'avena *raw* nel latte? Se mi preparo la granola però è tutta un'altra storia 🙂
    Quindi, in ultima analisi, grazie di questa ricettina: s'ha dà provà!
    Buona giornata,

    wenny

  9. Proprio ieri ho trovato le prime albicocche dolci, ma sono stata talmente pazza che le ho fatte al forno, aumentando a 50 gradi la temperatura media in casa. Mi piace molto l'aggiunta dell'acqua di rose (potrei metterci dello sciroppo). L'olio di nocciola lo trovo molto particolare e va abbinato bene. Credo sia il tuo caso 🙂
    Baci

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