Abruzzesi fuori, dentro non so :)

TARALLI (CELLI) RIPIENI

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English below

L’incipit di questo post mi sembra un elefantino che non vuol saperne di nascere neanche dopo 22 mesi di gestazione. Devo tagliare la testa al toro e buttare giù due parole sul come ho avuto questa ricetta (da sballo, e da rifare, asap :)mettendomi l’anima inpace, cè Facebook lo devo citare, non c’è verso, e pure subito.
Non è mica una cosa tanto disdicevole come pronunciare la parola piedi in una conversazione con una dama di inizio secolo o scrivere parolacce sui muri con lo spray, lo so, ma mi urta un pochino 🙂
Eppure è anche lì che comunico, che mi informo, che mi diverto, che mi tengo in contatto con amici di carne e di rete, che perdo mezz’ore perfettamente inutili cercando di mettere a prova (la mia memoria (quando si dice il masochismo puro applicato) o la conoscenza della musica (o la capacità di azzeccarci ad intuito :), è lì che ho ritrovato molti dei miei compagni di scuola.
E si perchè ammettiamolo, cercare i compagni di scuola è la prima cosa che si fa quando ci si iscrive a faccialibro, un istinto distruttivo che ha come diretta conseguenza la famigerata pizza di classe, evento che nei miei incubi peggiori si svolgerebbe come Compagni di Scuola di Verdone, e che per ora per motivi pratici e forse anche pure chissà, inconsci, non si è ancora concretizzata, ma prima o poi succederà e allora vedremo se io sono davvero Lepore (quel cretino interpretato da Ferrini), come sentenziato da uno degli illuminanti test di FB.
Mi sa che ho perso il filo (ma va, non mi succede mai!): allora, la ricetta è arrivata proprio da una compagna di scuola, persa di vista dopo il diploma e ritrovata nella vita parallela: dovevano passare tutti questi anni per scoprire che è anche lei un’appassionata di cucina (e di cibo!), non per niente a rompere il ghiaccio di un’amicizia “ibernata” dagli anni sono state le cartellate e la focaccia 🙂
Silvia sull’argomento cucina è un fiume in piena, sarà per questo che la mattina dell’Epifania mentre circolavo in rete ancora con un occhio chiuso, tra l’assonnato e l’ingrugnito, non mi ha dato neanche il tempo di pensare “sgrumph, urgh, ronf, uhm, sono ancora io o sono un ultracorpo“, che è partita di slancio:

-ho mangiato dei taralli morbidi troppo buoni in montagna, fenomenali, erano ripieni
come ripieni, sgrumpf
-si, ripieni, l’impasto è fatto con l’olio ed il vino
allora sono taralli scaldati, uhm
-no, no, li chiamano taralli ripieni allora ci vuole un bicchiere d’olio d’oliva, uno di olio di semi…
ronf, e il ripieno?
-non l’ho scritto, ma mi ricordo che c’erano le castagne. Ed era buonissimo!

C’è bisogno che scriva il resto? Che dopo un po’ di ricerca in rete il Kenwood era in azione, le castagne tritate fuori dal freezer, la mente persa a pensare cosa mai poteva esserci in questo ripieno. Il nome preciso dovrebbe essere celli ripieni, e sembra che l’ingrediente fodamentaler del ripieno sia la marmellata d’uva – o il mosto cotto – (segnalo questa pagina e quest’altra), ma io la prima non l’ho mai avuta, ed il secondo l’avevo finito, e poi l’idea di metterci le castagne già mi piaceva, per cui ho deciso di andare a sentimento (ed il sentimento mi diceva di lasciarlo chiaro, senza aggiungere neanche il cioccolato). Certo non sarà il ripieno tradizionale dei taralli abruzzesi ma era proprio buono 🙂

Io ho fatto mezza dose di impasto ed una quantità di ripieno insufficiente (ci sarebbe voluto il dobbio): qui scrivo la dose intera dell’impasto, ed una dose di ripieno quadrupla di quella che ho fatto io, che facendo due conti dovrebbe essere quella giusta 🙂
Per quanto mi riguarda mi sa che li rifaccio già la settimana prossima con la dose intera, così poi posso dare la conferma definitiva (anche se poi il ripieno se per caso dovesse avanzare si mangia a cucchiaiate, o yeah).
Grazie Silvia!! Resto in attesa della ricetta originale del ripieno (e anche della pizza di classe :-D)

Update: per il ripieno originale ed altri accorgimenti interessanti vi consiglio il commento di Anna di Fano (l’undicesimo) 🙂
Up-update: Leggete anche il penultimo commento, sempre di Anna, che racconta come nella ricetta della suocera (ricetta che ha più di 70 anni!!!) le castagne venissero sostituite con i ceci lessi e passati: un’ulteriore conferma della sconfinata capacità dei nostri avi di creare delle meraviglie con i pochi e poveri ingredienti che avevano a disposizione. Grazie Anna! 🙂
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Altre sui taralli
Tarallini dolci all’olio d’oliva
Taralli scaldati

Ing: per l’impasto
1 bicchiere di olio di oliva
1 bicchiere di olio di semi (non lo avevo, ho usato al suo posto ancora olio d’oliva)
1 bicchiere di vino bianco
3 cucchiai di zucchero
farina quanta ne assorbe (almeno 650 g)

Per il ripieno (quadruplico le dosi usate da me)
600 g di castagne lesse tritate (o crema di castagne, in tal caso regolarsi con lo zucchero)
600 g di mandorle spellate tritate
200 g di gherigli di noce spezzettati
4 cucchiai di marmellata di arance (quella dellArtusi, presa dalla sua allieva più diligente, buonissima :))
4 cucchiaini di cannella in polvere
4 cucchiai di zucchero
4 cucchiai di miele (io ho usato quello di sulla)
Poca acqua

In una ciotola versare il vino e gli oli, poi lo zucchero e la farina, gradatamente: quando il composto sarà sufficentemente sodo riversarlo sulla spianatoia e lavorarlo aggiungendo la farina necessaria. Se avete l’impastatrice usatela :), io l’ho fatto solo che ho lasciato l’impasto un filo troppo morbido, ho dovuto infarinarlo copiosamente mentre ricavavo la sfoglia.
Avvolgerlo in un foglio di pellicola e farlo riposare per circa 30-60 minuti (se non li avete non è proprio necessario).
Preparare il ripieno: riunire in una ciotola capiente la frutta secca tritata e la cannella. In un pentolino sciogliere a fuoco lento la marmellata insieme al miele ed allo zucchero, aggiungendo 3 o 4 cucchiai di acqua.
Versare lo sciroppo cosè ottenuto nella ciotola e mescolare bene in modo da ottenere un “pastone”: se per caso è troppo liquido si può aggiungere un po’ di pangrattato (o meglio altre mandorle e altre castagne tritate 🙂
Dividere la pasta in più parti e stendere ognuna in una sfoglia molto sottile (Silvia mi riferiva che la signora dell’hotel diceva di fare delle palline da stendere in rettangoli, a me è sembrato di risparmiare tempo facendo la sfoglia) e ritagliare dei rettangoli di circa 8 cm per 16 cm. Prendere un cucchiaio abbondante di impasto e formare un “salsicciotto sul rettangolo di pasta, arrotolarlo su se stesso nella diresione longitudinale, chiuderlo bene alle estremità e piegarlo in modo da formare un tarallo semichiuso, Formare così tutti i taralli, metterli man mano su delle teglie rivestite di carta forno e infornare a 180 gradi per circa 10-15 minuti (io ho tenuto il forno a 150, ma ormai ho capito che per non litigarci devo metterlo a 30 gradi in meno del normale, perchè, nin zo), devono colorire leggermente.
Appena sfornati passarli nello zucchero semolato e farli raffreddare molto bene prima di riporli in una scatola di latta o in un sacchetto di plastica.

CHESTNUT AND ALMONDS FILLED TARALLI (ABRUZZO)

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Ing: for the dough
1 glass of olive oil
1 glass of vegetable oil (I used all olive oil)
1 glass of white wine
3 tablespoons sugar
flour: all thet the dough absorbs (at least 650 g)

For the filling (don’t worry if it seems too much, it isn’t, and in any case it is very tasty and can be eaten all alone 🙂)
600 g of boiled and chopped chestnuts(or cream of chestnuts, in which case you’ll need less sugar)
600 g blanched almonds, chopped
200 g chopped walnuts
4 tablespoons orange marmalade
4 teaspoons ground cinnamon
4 tablespoons sugar
4 tablespoons honey (I used to on)
Little water

In a bowl, pour the wine and oil, then sugar and gradually the flour , when the mixture is hard enpugh put it on a work surface and knead adding flour needed. Or better, use the mixer (as I did) even if I left the dough a little too soft, so I had to add some flour I rolled the pastry out.
Wrap in a plastic sheetl and let rest for about 30-60 minutes.
Prepare the filling: in a large bowl combine the chopped nuts and cinnamon. In a small saucepan melt over low heat the jam with honey and sugar together, adding 3 or 4 tablespoons of water.

Pour the syrup in the bowl and mix well to obtain a “mash”: if it seems to be too liquid you can add some bread crumbs (or other chopped almonds and other chestnuts:)
Divide the dough into pieces and roll out each one very thin and cut into rectangles about 8 cm x 16 cm. Take a spoonful of dough and form a little “sausage” on the rectangle of dough, roll up in longitudinal sense, close it well at the ends and bend it to form a semi Tarallo. Form all the taralli this ways, as put them on the trays lined with oven sheet, and bake at 180 degrees for 10-15 minutes, they must be slightly golden. Dip them in the caster sugar when still hot (pay attention, they can crash!), the let cool very well and keep in a tin box or into a plastic bag.

Do you like taralli??
Extravirgin olive oil sweet tarallini
Taralli scaldati, Puglai (italian only)

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36 Comments on “Abruzzesi fuori, dentro non so :)”

  1. Carissima, solo a guardarli fanno venire l'acquolina in bocca e concordo nel ripieno senza cioccolato che coprirebbe troppo il sapore…
    Il capretto non l'ho fotografato (la carne non è mai molto fotogenica e poi non ero certa del sapore… e quando abbiamo cominciato a mangiarlo, me ne sono completamente scordata…) e quindi non lo posterò… ma se vuoi ti mando la ricetta per come l'ho fatto io (cioè come la suocera ma con l'aggiunta del curry!). Fammi sapere
    Baci
    Stefania

  2. Dimenticavo di dirti che anche io ho ritrovato i compagni grazie (?!?) a FB e la pizza c'è stata (dopo l'aperitivo… che serviva per vedere come andava…) e, per fortuna, non è andata come il film di Verdone, ma è stata una serata stupenda che presto (e almeno una volta al mese) ripeteremo… quindi non si sa mai!

  3. @Fantasie
    Ogni tanto bisogna pur mangiare e basta :))
    Mi farebbe molto piacere avere la ricetta della suocera, si :)) Quando hai tempo, tanto il mio capretto è lì buono al fresco” 😛
    Ciao e buon fine settimana!

    PS. ma infatti scherzavo sulla pizza, mi farebbe piacere :))

  4. @valina
    infatti, è poi quelli tradizionali sono natalizi, mentre questi vanno bene fino a che fa freddo..e anche dopo, però spero di avere preso indicazioni sul “vero” ripieno 😛

    @Sarah
    pensa che quando si tratta di pulirle, lesssarle e pelarle ad ottobre, tiro giù tutti i santo del calendario, ma poi sono davvero un piccolo tesoro per tutto l'anno 🙂

    @Angela
    anche qui i taralli sono un pilastro, per questo quando ho sentto che erano ripieni non ho resistito a provare immediatamente! Ciao :))

    @moleskine
    delicato e profumato, ma anche concreto, con la base forte della frutta secca 🙂

  5. Questi taralli abruzzesi non li avevo mai visti, almeno non nella “mia” parte di Abruzzo. Anche io avrei omesso il cioccolato, non mi piace quando si mischia troppo ad altri ingredienti che invece dovrebbero risaltare da soli. Interessante l'impasto. Dovrò rimandare a tempi magri, per ora me li godo in foto e cerco di immaginarne il sapore.
    Baci
    Alex

  6. Bellissima genesi di una ricetta! Ma sai che anche io grazie a FB ho scoperto di condividere la passione per la cucina con amiche ormai un po' disperse? Potenza della rete 🙂

  7. Ciao, sono abruzzese di nascita e da quando sono al mondo…a natale in casa mia si fanno i classici cell 'arpien … se ti fa piacere ti do la ricetta classica ( io di solito faccio 2 kg di farina per l impasto con 600 gr di olio e 500 di vino bianco e 2 bustine di lievito e circa 250 gr di zucchero non faccio riposare e uso subito usando un po il sistema olio di gomito e un po la macchinetta per sfogliare la pasta ma non deve essere molto sottile.

    Per il ripieno quello classico vuole: marmellata d uva ( io la faccio in casa a settembre) cioccolato fondente a pezzettini, noci, mandorle, cannella, buccia di limone e buccia di arancia tritata finemente, un limone spremuto se il risultato fosse troppo dolce (il ripieno deve risultare un po acidulo)poi il procedmento per fare i dolcetti è identico a quello che hai fato tu..io quando sono cotti al forno li prelevo, li faccio raffreddare e li ricopro con tanto zucchero a velo vaniglinato!! se vuoi provare anche questa versione potrai dire di aver fatto i veri cell arpieni abruzzesi.

    Per inciso vorrei dirti che quelli con il ripieno di castagne si fanno nel modo che hai scritto tu ma poi i dolcetti (che si fanno a forma di grossi ravioloni, si friggono in abbondante strutto o olio di semi e quando sono ancor caldi si passano nello zucchero semolato

    Buon2010|||Ciao Anna da Fano (Pesaro)

  8. @Alex
    Pensa che io rimango stravolta ogni volta che mi parlano di qualcosa tipico del salento o del foggiano di cui sono completamente all'oscuro…leggi due commenti più in basso cosa dice Anna! Un bacione 🙂

    @Aiuolik
    questa cosa è mollto divertente. Visto che ho usato la vostra varmellata di arancI?? 🙂

    @Anna da Fano
    quindi praticamente ho fatto un misto di due dolci…. :))
    Ti ringrazio molto per aver avuto la pazienza di scrivermi la ricetta, me la salvo e mi metto in cerca della marmellata d'uva, o proverò a farla anche io a settembre 🙂
    Per il riposo infatti ewro indecisa, neanche la mia amica me lo aveva detto, ma io lo faccio sempre (e poi non avevo tempo di farli subito :))
    I ravioli di castagne fritti assomigliano ai biocconotto che fa mia suocera (provincia interna di Salerno) e sono buonissimi 🙂
    Ancora grazie, e buon 2010 anche a te!

  9. Fb per me è una drogra…mi collego dicendomi che ci sto per pochi minuti e poi rimago ingollata per delle ore 😉
    Questi taralli hanno un aspetto meraviglioso, davvero complimenti
    bacioni
    fra

  10. Io posso testimoniare che questi taralli, abruzzesi o no, sono davvero ottimi.
    Quelle 2 bustine di cui mi avevi omaggiato sono finite in un lampo!!!
    La mia gola, il mio stomaco e la mia cellulite ti ringraziano di vero cuore.
    Un bacio e alla prossima calata

  11. Sono la “Silvia” di cui si parla, la compagna di classe fanatica di cucina, che questo Natale ha avuto la gioia di assaporare queste delizie in Abruzzo (precisamente in un albergo di Fara S.Martino)…..dopo attimi di goduria nel mangiarli, a razzo ho chiesto la ricetta allo chef!!! ed e' quella che poi ho passato alla mia cara ex-compagna di classe Elvira, ritrovata o riscoperta su FB…il ripieno originale purtroppo me lo hanno detto a voce e purtroppo l'ho dimenticato….ma prometto che chiamero' in albergo( tanto sono amici ) e me la faro' dettare!! C'era sicuramente la marmellata d'uva e posso garantire che era fantastico!! Ma la pasta dei taralli mi ha fatto andare in delirio!! io non ho avuto ancora il tempo di farli a casa ma vi faro' sapere…alla prox.

  12. Concordo sulla scelta dell'olio d'oliva in toto ….
    L'impasto è simile a quello delle ciambelline al vino, una ricetta d'antan di molte regioni (tra cui la mia) ed il ripieno originale me lo immagino buono (sono cresciuta con crostate e rotoli con marmellata d’uva che da bimba “subivo”), ma con le castagne è sicuramente divino ….
    Magari avessi conservato un po’ di castagne, come hai fatto tu!

  13. ussignur, mi sono innamorata! ho gli occhi a forma di cuore, la salivazione a fiume, e la smania di AVERLI…
    io non sono una grande frequentatrice di facebook, però, se deve servire per rimediare 'ste ricettine ben venga! 😀

  14. Che sia da sballo non ne dubito semplice ma anche elaborato per via del ripieno. Ne voglio! E poi come al solito i tuoi incipit mi fanno troppo ridere (tutti con l'istinto distruttivo? 😉
    Bacioni e buon inizio settimana

  15. @Fra
    ma e' divertente usato in una certa misura, chissa' perche' poi e' piu' facile aprire la finestrella della chat che alzare il telefono 😛
    BAcio!

    @Artemisia Comina
    confermo sono rimasta sedotta :))

    @Lydia
    sono davvero contenta che ti siano piaciuti 🙂
    Di' alla tua cellulite che fiche' arriva al godimento e alla saturazione di quella dela sottoscritta ce ne vuole che ce ne vuole 😀
    Un bacio!

    @Silvia
    hai letto il commento di Anna da Fano qua sopra??
    Cmq, ripieno a parte, e' proprio il tarallo ripieno che ho trovato geniale, grazie grazie per averlo voluto condividere con me…e con tutto il web :)) A presto!

    @lenny
    invece pensa ceh per me la marmellata d'uva (vincotto a parte) e' una cosa totalmente lontana dalla tradizione, invece ora vedo che accomuna almeno Calabria e Abruzzo 🙂
    Sull'olio d'oliva nei dolci..visto come sta capitolando una “burrara” come me???

    @Lory
    ma sei tornataaaa!!!! Quanto ti fai aspettare ogni volta!!! :))
    Buon anno anche a te cara cheffa!

    @Saretta
    si, vieni, ti installi a casa mia ed io ti sfrutto come cavia. Guarda che pero' qualche volta va anche male, eh eh! Un bacio grande cara Sare'!

    @salsadisapa
    infatti, anche se questa e' la prima ricetta in un anno di frequentazione, ehm…pero' e' un inizio 😀

    @crumpetsandco
    grazie :)) Ciao!

    @dada ha detto…
    massi', in fondo perche' uno deve voler contattare persone che non vede da 20 anni pure abitando nella stessa citta'?Pero' con qualcuno puo' andar bene 😛

    @Ele
    avevo letto del tuo contest, e ci avevo gia' lasciato l'occhio..spero davvero di riuscire a partecipare, grazie per l'invito :))

  16. cara Ciboulette!! quanti ricordi con questi dolci. Non so perché ma mi viene in mente la nonna Giuseppina (pugliese di Minervino) che impastava, impastava ogni domenica.
    Grazie!
    questi sono deliziosi
    Un abbraccio

  17. Ciao, mi son dimenticata di dirti il nome dei dolcetti con ripieno di castagne è in abruzzese “caggiunitt” o italianizzato “caggioni” in internet ho trovato tante ricette , ma quella che faceva mia suocera e che secondo me era datatissima…. minimo 70 anni…prevedeva la crema di ceci e non di castagne (fermo restando il resto degli ingredienti per il ripieno) praticamente si mettono a bagno i ceci, si fanno bollire e poi da freddi si passano al passaverdure e poi si aggiunge il resto degli ingredienti e si usa al posto delle castagne… io li o sempre mangiati così da ragazza e ti assicro che son buonissimi anche se potrebbe non sembrare…se vuoi provarli!!! Un abraccio

    Anna da Fano

  18. Anna, ti ringrazio tantissimo per questa informazione! E' preziosa per me, ed è sempre più sorprendente vedere come i nostri avi riuscivano a ricavare dei dolci deliziosi e appaganti con degli ingredienti poveri. Ora aggiorno di nuovo il post 🙂
    Un bacio!!

  19. Ciao!Mi son imbattuta non so come nel tuo blog e mi son letta per benino la ricettuzza dei cillitt' ar'pien' (come li chiamiamo noi teramani-sempre abruzzesi eh..).Io li ho mangiati con un ripieno diverso,fatto con la scrucchjata(marmellata d'uva leggermente diversa dalla solita marmellata d'uva che si vende in giro,perchè più densa e leggermente più acidula nonchè più “nera”),mandorle tostate e tritate e scorza del limone grattuggiato.(la ricetta è di una signora del frentano,dove i dolci son ottimi)Per la ricetta dell'impasto è giusta quella data da Anna (da Fano?)il ripieno è quello che ti ho detto sopra.La forma è diversa,a tortello ma li chiaman ugualmente “taralli”,la sfoglia tirata sottile e poi cosparsi di zucchero e cotti in forno.Sembrano fritti ma non lo sono.Ottimi!!Su face c'è un gruppo,se non erro,dove puoi trovare la ricetta e un'immagine del tarallo (tortello).
    Il ripieno di castagne,invece,nel teramano lo usiam per i cagg'nitt'(o calcionetti),l'impasto però è diverso,privo di uova ma fatto solo con vino,farina e strutto.Si formano dei ravioli e si friggono.Il ripieno è costituito da castagne lessate e passate,amalgamate con rhum (o sambuca)un pò di caffè,mandorle tostate e tritate,cioccolato fondente tritato,scorza d'arancia (cannella per alcuni).Poi,ogni famiglia ha la sua vecchia ricetta.In passato si usavan i ceci perchè meno costosi e si mantengono più a lungo(ma si fa fatica a non finirli in un batter d'occhio!).Se doveste cercar la marmellata d'uva provate quella di una ditta teatina,perchè spesso le comuni marmellate d'uva hanno un sapore molto diverso.
    Provate anche le due versioni del bocconotto:quello di castel frentano e quello teramano.Vi piaceranno!
    Saluti!!:-)Elena

  20. Elena copio tutto il tuo commento e me lo salvo, sei stata precisissima! Vado a cercare anche il gruppo su FB, e mi metto alla ricerca dell “vera” marmellata di uva. Il ripieno con le castagne ed il cioccolato assomiglia moltissimo al “castagnaccio” di mia suocera (Alburni, Cilento), là si usa come ripieno di panzerottini fritti fatti con una pasta simile a quella delle chiacchere. Grazie ancora, e a presto 🙂

  21. Ho ri-controllato su face e il gruppo non lo trovo più.Però ne ho trovato un altro (“Quelli che sanno cosa sono i celli ripieni”).I dolcetti son identici ai tuoi(ma meno belli)per il ripieno non so.A L'Aquila – ma non solo- per la festa di S'Antonio si fan dei dolcetti simili nell'impasto e nel ripieno,la forma però è quella di un uccellino,con ali occhietto..Non ho la ricetta,ma penso che sul web qualche brava cuoca abruzzese la saprà di certo.
    Per il resto qui spesso i dolci han nomi diversi ma stessa forma e ricetta,oppure stesso nome ma impasto,ripieno e cottura diversa(per esempio i calcionetti nel teramano si fan ripieni di castagne in alcune zone del teatino con la marmellata o la cioccolata,idem per i bocconotti dei quali trovi la ricetta su face).Credo dipenda dalle ricette di famiglia,adattate secondo i gusti.
    La marmellata d'uva puoi farla in casa,con uva nera tipo montepulciano o “provola” o altro tipo.In commercio (almeno qui)puoi trovare anche della marmellata ottima,ma solo di alcune marche,non so se via web si può sponsorizzare..
    Non so come sono i panzerotti del cilento,ma devono essere ottimi.Nelle regioni del sud c'è molta influenza reciproca in fatto di cucina,dolci..per es.i bocconotti si fan qui ma anche in Puglia,in Campania..ovviamente con ricette diverse.
    Ho aggiunto il tuo blog ai miei preferiti perchè mi piacciono moltissime tue ricette,spero di riuscire a pasticciarle un giorno,in cucina son negata!Però adoro mangiare!
    A presto e Felice Pasqua!:-)Elena

  22. Ciao, come dici tu i celli ripieni sono dolcetti abruzzesi tipici di Natale (ma ormai si trovano tutto l'anno) ripieni di marmellata d'uva (in realtà si dovrebbe parlare di uvata perchè non c'è aggiunta di zucchero come nelle tradizionali marmellate). L'uvata viene condita con frutta secca, cannella, cioccolato e se necessario diluita con un poco di mosto cotto.
    L'impasto è quello che posti tu (io non ho mai visto usare olio di semi però).
    La forma classica è a tortellino ma ormai se ne trovano molte varianti.
    Nel mio blog trovi la ricetta dei tarallucci con la ricetta della mia nonna, e anche quella dell'uvata. La marmellata la preparo in casa a settembre, ma ci sono anche dei produttori “industriali”.

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